Le malattie cardiocircolatorie, a causa dello stress indotto dalla crisi, starebbe esponenzialmente aumentando.
Ciò è dovuto, naturalmente, all’aumento della durata media della vita, che prolunga a dismisura la vecchiaia causando, se non affrontata nel migliore dei modi, il cedimento delle strutture fondamentali dell’organismo già logore a causa della normale esistenza, al consumo di alimenti poco genuini ma di veloce preparazione quali tutti i cibi precotti o d’asporto che si possono trovare nei fast-food, all’adesione ad uno stile di vita sedentario e mai atletico e da molti altri interessanti fattori.
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A questa realtà, però e purtroppo, se ne sovrappone un’altra della quale, proprio in questi giorni, stiamo rilevando gli effetti. Parliamo, infatti, della crisi economica che, ai succitati fattori di insorgenza di patologie cardiache potenzialmente mortali, aggiunge le ansie e le preoccupazioni per il futuro causando un poco auspicabile aumento del numero di decessi.
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Secondo i cardiologi italiani, che stanno monitorando con apprensione la situazione grazie ad una ricerca sulle condizioni di salute delle persone costrette a sopravvivere con uno stipendio medio mensile inferiore ai 1.000 euro, possiamo attualmente assistere ad una fase di crescita dello stress da crisi economica, con tutto ciò che comporta, per esempio, la perdita del lavoro o la costante difficoltà di arrivare a fine mese, congiuntamente ad una crescita delle scommesse nonché delle giocate d’azzardo che, all’ansia delle difficoltà finanziarie aggiungono l’eccitazione per la possibile vincita.