Il primo trapianto della storia, effettuato a luglio 2011, ha cominciato oggi a dare i propri primi frutti.
Questa definizione, sebbene da qualcuno potrebbe venir contestata, ben si applica al caso clinico che oggi vogliamo presentarvi e che, sino ad oggi, poteva venir considerato pura fantascienza.
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Tutto comincia, purtroppo, con un tragico incidente durante il quale un ragazzo, appena ventenne, subisce l’amputazione di entrambe le gambe nonché la speranza e la possibilità di tornare mai più a camminare con un paio di gambe di carne ossa.
L’unica prospettiva le protesi o la sedia a rotelle per tutta la vita.
Poi, la speranza, rappresentata da un visionario medico spagnolo, il brillante cardiochirurgo Pedro Cavadas-Rodriguez, che promette al giovane, presso la clinica La Fe di Valencia, di ridargli un paio di gambe che, con il tempo e l’esercizio, possa tornare a definire proprie, grazie alle quale muoversi in totale autonomia.
Per l’intervento, mai tentato prima nella storia, il dottor Cavadas-Rodriguez si è servito di un’equipe di oltre 50 tra medici ed infermieri, perfettamente coordinati, che hanno minuziosamente provveduto, con un’operazione della durata complessiva superiore alla 14 ore, ad unire ogni singolo vaso sanguigno, ogni nervo, ogni osso, ogni lembo di pelle.
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Tutto, fortunatamente e grazie alla perizia del personale medico coinvolto, riuscì alla perfezione e, una volta ripresosi dall’intervento, il ragazzo cominciò la propria difficilissima riabilitazione che, nella giornata odierna, quale dono natalizio scartato in regalo, gli ha consentito di compiere i primi movimenti autonomi.