Le consumatrici abituali di acidi grassi trans avrebbero un rischio maggiore, addirittura del 39%, di andare incontro ad un'ictus ischemico rispetto alle donne la cui alimentazione sarebbe maggiormente naturale.
► RIDURRE IL RISCHIO DI ICTUS MANGIANDO AGRUMI
Il medicinale, noto all’umanità sin dagli albori della storia se non, addirittura, della preistoria, non solo avrebbe la capacità, dimostrata nel corso delle numerosissime sperimentazioni scientifiche che, sulla validità dell’aspirina, si sarebbero succedute sin dalla sua introduzione sul mercato, di ridurre l’incidenza sia degli infarti, grazie alle proprie proprietà fluidificanti, che dei tumori, se assunta quotidianamente, in minime dosi, per un periodo di tempo complessivo tra i 4 e gli 8 anni, bensì anche di ridurre l’incidenza degli ictus ischemici tra la popolazione femminile in post-menopausa, dunque di età compresa tra i 50 ed i 79 anni, la cui dieta sarebbe principalmente basata sull’assunzione di acidi grassi trans.
► SCOVATO IL GENE RESPONSABILE DEGLI ICTUS
Le consumatrici abituali di acidi grassi trans, sostanze presenti, sotto forma di conservati, pressoché in qualsiasi alimento precotto, quali i prodotti da forno piuttosto che da frittura, avrebbero un rischio maggiore, addirittura del 39%, di andare incontro ad un’ictus ischemico rispetto alle donne la cui alimentazione sarebbe quanto mai salutare o, per lo meno, maggiormente naturale.
L’assunzione costante, in piccole dosi, di aspirina, contribuirebbe dunque, almeno stando alle parole dei ricercatori così come sarebbero state riportate dalla rivista scientifica Annals of Neurology, al riequilibrio delle succitate percentuali e, in definitiva, alla riduzione del rischio di ictus ischemico per le donne la cui dieta non sarebbe perfettamente sana ed equilibrata.