Fin qui nulla di strano e, se la notizia si fosse fermata a questo punto, non vi sarebbe davvero stato nulla di cui scandalizzarsi o preoccuparsi giacché, come forse saprete, davvero nessuna terapia antitumorale avrebbe un'efficacia, una validità ed una sicurezza pari al 100%.
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La notizia di oggi, che apprendiamo direttamente dalle colonne della prestigiosa rivista scientifica Nature, in assoluto una delle più conosciute e diffuse in tutto il mondo, affermerebbe, infatti, che neppure la chemioterapia possa venir in assoluto considerata una terapia sicura, valida ed efficace.
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Fin qui nulla di strano e, se la notizia si fosse fermata a questo punto, non vi sarebbe davvero stato nulla di cui scandalizzarsi o preoccuparsi giacché, come forse saprete, davvero nessuna terapia antitumorale avrebbe un’efficacia, una validità ed una sicurezza pari al 100%.
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La vera e propria scoperta di questi ultimi giorni, scoperta giudicata assolutamente inaspettata sin’anche dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle che avrebbero effettuato la sperimentazione, sarebbe quella che la chemioterapia, in taluni particolari casi, potrebbe addirittura aiutare le cellule tumorale ad espandersi e a consolidarsi all’interno dell’organismo.
E i casi in questione, purtroppo, non sarebbero affatto da considerarsi inusuali, rari o isolati se è vero, com’è vero, che la su indicata terapia avrebbe sempre dimostrato, in vitro, un rapidità ed un efficienza pressoché pari al 100%.
Ciò, purtroppo, non accadrebbe nel corpo umano giacché la chemioterapia, inevitabilmente colpendo anche cellule perfettamente sane, potrebbe indurre queste ultime a secernere una particolare sostanza che non solo le proteggerebbe dai più gravi effetti collaterali della chemioterapia bensì anche, e soprattutto, alla lunga servirebbe a proteggere le cellule tumorali dalla chemioterapia stessa.
Queste le dichiarazioni, sul delicato argomento oggi alla nostra attenzione, di Peter Nelson che, dello studio pubblicato su Nature sarebbe coautore: “I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne puo direttamente contribuire a rafforzare la crescita ‘cinetica’ del cancro”.