La distextia può essere il segnale clinico di allarme di serie difficoltà linguistiche dell’individuo che può indicare ictus o afasia
Si chiama distextia ed è un disturbo riconosciuto che indica il segnale clinico di allarme di una difficoltà linguistica nell’individuo.
Insomma se lo short message service, noto come sms, è particolarmente confuso se non sconclusionato, può arrivare a rivelare un vero e proprio disturbo neurologico.
La tecnologia in questo senso aiuta visto che gli sms sono diventati un vero e proprio mezzo di comunicazione utilizzato quotidianamente da individui di ogni fasce d’età: ovviamente il messaggio, o anche le mail devono essere alquanto sconclusionate per poter realmente suggerire un disordine linguistico che può sfociare anche in un ictus o nell’afasia.
L’insorgere della distextia rappresenta in effetti un ulteriore aiuto per la raccolta dati e informazioni a disposizione dei neurologi per poter fare una prima diagnosi. In realtà è facile, e soprattutto se si utilizza il T9 che lettere e simboli possano essere invertiti per errore generando qualche incomprensione a chi legge.
Qui ovviamente si tratta si parla di distextia, un disturbo molto più serio da prendere in seria considerazione. Quando si scrive un sms vengono infatti attivate una serie di funzionalità dell’individuo che dovrebbero restare intatte: nel momento in cui qualcuna di queste fosse compromessa (dalla perdita di una visione nitida, alle dita insensibili fino alla reale difficoltà di composizione del testo), allora il problema potrebbe essere serio.
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Così dimostrano gli studi condotti da Joshua Klein, ricercatore dell’ospedale Brigham and Women’s di Boston e da Sean Savitz del centro neurologico dell’Health Science Centre dell’Università del Texas, secondo i quali molti pazienti abbiano dati i primi segnali di disordine linguistico nella composizione della mail, annunciando ictus o afasia.
Insomma identificare per tempo i disturbi neurologici è particolarmente importante visto che la diagnosi può addirittura aiutare a prevenire un ictus di grave entità.
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