Acqua, mirtilli e vitamina C essenziali per contrastare le infezioni delle vie urinarie
Le infezioni più frequenti ricorrono soprattutto a livello della vescica (è la classica cistite), ma in ogni caso anche nelle infezioni più critiche, è sempre consigliabile prestare particolare attenzione all’alimentazione. È molto importante una corretta idratazione quotidiana, utile a che a livello preventivo.
Bere un litro e mezzo di acqua al giorno consente non solo lo svuotamento della vescica che evita il ristagno delle urine e favorisce l’eliminazione dei batteri, ma favorisce anche il transito intestinale.
Ci sono poi una serie di alimenti particolarmente indicati da consumare: parliamo ad esempio del mirtillo nero.
Alcuni studi hanno dimostrato che le proantocianidine contenute nel succo del mirtillo nero riescono a impedire l’adesione dei batteri patogeni (come la E. Coli) alle cellule dell’apparato urinario e di conseguenza riducono lo sviluppo delle infezioni.
Sarebbe importante integrare nella propria dieta alimentare anche i probiotici, soprattutto nel momento in cui si segue una terapia antibiotica. Il Lattobacilli ad esempio riduce i rischi delle infezioni urinarie visto che rappresentano il meccanismo di difesa naturale contro i batteri patogeni impedendo le loro adesione alle superfici cellulari.
Pomodori, peperoni, kiwi, broccoli, cavoli sono ricchi di vitamina C, noto antiossidante che rendendo le urine acide crea un ambiente inadatto all’infezione.
Se ci sono però dei cibi da integrare, ci sono anche dei cibi che vanno assolutamente proibiti: stop a bevande dolci, a cibi speziati e molto piccanti, bando al caffè e all’alcool. Si tratta di bevande e alimenti irritanti che venendo a contatto con le pareti della vescica irritata andrebbero a intensificare il dolore.
Non esiste una fascia precisa di età legata alle infezioni urinarie: è certo però che si presentano con una maggiore frequenza con l’avanzare dell’età e soprattutto nella donne in coincidenza dell’inizio dell’attività sessuale, con le gravidanze e dopo la menopausa.
In presenza dei primi sintomi (bruciore, difficoltà a urinare etc.) è necessario sottoporsi all’esame delle urine: l’urinocoltura permette di individuare il batterio responsabile dell’infezione, l’antibiogramma, l’antibiotico per contrastarlo.
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