Dagli esperti dell’Aigo, i consigli per evitare il contagio dell’epatite A
A riportare l’attenzione sul ritorno in Europa dell’epatite A, sono stati i frutti di bosco congelati e arrivati anche sulla tavole italiane anche se in realtà l’epatite può essere trasmessa anche da una serie di altri alimenti come ad esempio le fragole, i pomodori secchi, il pesce o i crostacei.
Colpisce il fegato e in Italia è diffusa soprattutto nelle zone meridionali dove tradizionalmente si consumano anche frutti di mare crudi.
Le epidemie che possono presentarsi a livello nazionale possono però essere legate anche alla presenza di altri alimenti contaminati: il contagio infatti avviene direttamente da persona a persona e proprio attraverso il consumo di acqua o alimenti già contaminati.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’epatite A colpisce quasi un milione e mezzo di persone nel mondo, ma dagli esperti dell’Aigo, l’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri, arrivano una serie di semplici regole da seguire per poter prevenire il contagio.
EPATITE A TORNA IN ITALIA ATTRAVERSO I FRUTTI DI BOSCO SURGELATI
Innanzitutto è assolutamente necessario non consumare cibi crudi: la cottura è fondamentale per poter eliminare il virus e i batteri.
Quindi, mai consumare frutti di mare crudi.
Le verdure vanno lavate con estrema attenzione prima di essere portate in tavola, lavandole anche con il bicarbonato.
Anche la frutta va sbucciata e lavata prima di essere consumata.
Attenzione anche all’acqua: mai bere quella del pozzo.
Non sottovalutare mai l’igiene personale e soprattutto delle mani: le mani vanno lavate sempre dopo aver usato il bagno, dopo aver cambiato un pannolino o un assorbente, prima di preparare il cibo da mangiare e prima d mangiare.
Da rispettare scrupolosamente le norme di igiene nel momento in cui si vanno a preparare cibi e bevande.
Poche semplici regole che possono aiutare nelle prevenzione del contagio dell’epatite A, ma non solo. Si tratta infatti di regola che valgono anche per la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale che includono anche il colera, il tifo e le enteriti legate in tal caso alla cattiva conservazione e alla scarsa attenzione alla preparazione dei cibi.
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