L’acne, una malattia infiammatoria della pelle, riguarda milioni di persone in tutto il mondo, e solo in Italia, circa l’80% della popolazione tra i 12 e i 30 anni ha questo problema. Essa è la causa di quei fastidiosi inestetismi cutanei, quali brufoli, punti neri, pustole o cisti, dove alla base vi è un infiammazione della pelle, perché viene attaccata da batteri; nello specifico il batterio si chiama Propionibacterium acnes che ostruisce il poro della pelle e scatena l’infiammazione.
Da una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università della California, della Washington University e del Los Angeles Biomedical Research Institute, è emerso che non sempre i moltissimi ceppi di Propionibacterium acnes sono causa dell’acne, infatti ve ne sono alcuni che sono causa di arrossamenti e irritazioni cutanee, mentre altri sono in grado di proteggere l’epidermide. Lo studio ha preso in esame 52 persone dalla pelle sana, e 49 persone affette da acne, e analizzando i batteri raccolti dai pori, è emerso che tra gli 11mila ceppi di Propionibacterium acnes, quelli identificati come “RT4 “e “RT5″sono causa di infezione, mentre il ceppo RT6 appartiene a chi ha una pelle sana. La ricerca, pubblicata sul Journal of Investigative Dermatology, spiega che sono le diverse caratteristiche genetiche dei ceppi Propionibacterium acnes ha determinare la comparsa dell’acne.
Non esiste una terapia specifica per l’acne, bensì molteplici terapie, che vanno di volta in volta affrontate con l’aiuto del medico e del dermatologo, in quanto le condizioni del paziente affetto da acne variano sempre in base al sesso, all’età, al periodo dell’anno nel quale ci si sottopone alla cura.
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