Se si hanno di tre o più aborti spontanei consecutivi, i medici parleranno di “aborto spontaneo ricorrente”. E’ necessario in tali casi, comprendere le cause di questi eventi negativi e per questo rivolgersi ad un ginecologo affinché con una serie di test faccia una diagnosi e proponga una eventuale terapia, con lo scopo di permettere alla donna di portare avanti la gravidanza desiderata. Scopriamo insieme le cause più frequenti di aborto spontaneo ricorrente e cosa fare.
Aborto spontaneo ricorrente e non
L’aborto spontaneo è la complicanza più comune della gravidanza, e consiste nella perdita involontaria (spontanea) del feto, prima che questo abbia raggiunto il suo essenziale sviluppo. Il termine comprende quindi tutte le perdite di gravidanza dal momento del concepimento fino alle 20 settimane di gestazione. E’ abbastanza frequente: si stima che si verifichi nel 15-20% delle gravidanze riconosciute. L’ 1% delle coppie che cercano di concepire ha aborti ricorrenti. Dopo tre aborti consecutivi, il rischio di un ulteriore aborto spontaneo è di circa 40%, altissimo. Una donna può sviluppare aborto spontaneo ricorrente dopo una gravidanza di successo. Non sempre è possibile risalire ad una causa specifica.
Aborto spontaneo ricorrente: le cause
Alcune condizioni sono note per causare aborto spontaneo. Altre sono state collegate ad esso, ma non è pienamente compreso come e perché incidono in tal senso. Tra queste troviamo essenzialmente:
- Problemi genetici. Anomalie cromosomiche della mamma o del papà possono essere trasmesse al feto e rendere a questi impossibile uno sviluppo.
- Sindrome antifosfolipidi (APS) un difetto di coagulazione del sangue che può provocare aborto spontaneo, parto prematuro, nascita di bambini morti.
- Trombofilia ereditaria. Malattia della coagulazione del sangue. Può causare aborto spontaneo, ma il suo ruolo nell’aborto spontaneo ricorrente non è ancora chiaro.
- Problemi morfologici dell’utero: forma anomala, fibromi, debolezza cervicale
- Disturbi ormonali: come la sindrome dell’ovaio policistico.
- Età avanzata della futura mamma: dopo i 35 anni diminuisce il numero e la qualità degli ovuli prodotti, per cui è più facile incappare in una anomalia cromosomica che provoca aborto spontaneo.
- Diabete mellito.
- Risposte immunitarie anomale.
- Infezioni come la Vaginosi batterica: è un fattore di rischio di aborto spontaneo e parto pretermine.
- Anche lo stress emotivo sembra in parte contribuire
Diagnosi e cure in caso di aborto spontaneo ricorrente
Per trovare la causa di aborti spontanei ricorrenti (fare cioè una diagnosi) è necessario fare alcuni dei seguenti test che verranno prescritti a seconda dei casi, da uno specialista ginecologo: analisi del sangue per la ricerca di anticorpi antifosfolipidi (APS). Ci vogliono due prove, ad almeno sei settimane di distanza, per dare una risposta certa. In caso di diagnosi la gravidanza successiva va affrontata con l’utilizzo di farmaci anticoagulanti come l’aspirinetta o l’eparina.
Altri esami ematici possono verificare la presenza di anomalie cromosomiche nella coppia. A seconda del problema, le possibilità di gravidanza naturale variano, ma non è impossibile potendo anche ricorrere a metodiche come la FIVET (fecondazione in vitro).
Utile può essere anche l’analisi del tessuto abortito, come pure le ecografie in grado di riscontrare anomalie dell’apparato riproduttivo della donna ed in particolare dell’utero e della cervice uterina. In quest’ultimo caso può essere utile un cerchiaggio.
Le possibilità di gravidanze a termine in caso di aborti ricorrenti quindi non sono da escludere, ma variano molto a seconda delle situazioni.
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