Individuare i sintomi del virus ebola precocemente è particolarmente importante: è infatti solo nel momento in cui questi iniziano a manifestarsi che il paziente diventa contagioso. Nel periodo di incubazione (ovvero nell’intervallo di tempo che intercorre tra il contatto e l’infezione con il virus e lo sviluppo della malattia) che va dai 2 a 21 giorni, al momento è confermato che non si possa trasmettere l’agente patogeno, neppure con un contatto diretto. Ma quali sono dunque questi sintomi? Scopriamoli insieme.
Segnali e sintomi da non trascurare del viru Ebola (febbre emorragica)
I primi sintomi sono simili a quelli di una qualunque sindrome influenzale: la comparsa improvvisa di febbre superiore ai 38,5° C, senso di stanchezza estrema, mal di gola, ma anche dolori muscolari e mal di testa.
Nel giro di poco tempo arrivano anche perdita di appetito, mal di stomaco, dolori addominali, vomito e diarrea.
La diarrea può presentarsi con sangue: Ebola è infatti nota anche come malattia della febbre emorragica, proprio per questa sua caratteristica sintomatica. Subentrano cioè emorragie interne o anche visibili esternamente, come nel caso della diarrea o più semplicemente di lividi inspiegabili o di sangue dal naso (epistassi),
dalle gengive o anche dagli occhi che si mostrano particolarmente arrossati.
Tra gli altri sintomi caratterizzanti , una diffusa eruzione cutanea.
Dal punto di vista clinico gli esami del sangue a conferma di ciò includono un basso numero di globuli bianchi, delle piastrine e degli enzimi epatici. Si possono manifestare contemporaneamente in questa seconda fase anche i sintomi di disfunzioni epatiche e renali.
Diagnosi
In questi casi, come è noto occorre recarsi quanto prima in un centro specializzato per le malattie infettive, meglio se tra quelli identificati per il trattamento dell’Ebola. Qui si verrà sottoposti a dei test specifici. E’ difficile distinguere inizialmente e altrimenti questo virus da quelli che sviluppano malaria, febbre tifoide o meningite. Quali dunque queste indagini diagnostiche?
• Test immunoenzimatico (ELISA) –ricerca anticorpi
• test di individuazione antigene
• prova di siero di neutralizzazione
• PCR (RT-PCR)
• microscopia elettronica
• isolamento del virus da coltura cellulare.
Ovviamente i campioni ematici dei pazienti rappresentano un altissimo rischio di contaminazione biologica: vanno eseguiti, conservatie/o distrutti secondo gli standard prestabiliti di sicurezza.
Prognosi e cura per il virus di Ebola
Ebola è un virus ad alto tasso di mortalità che si aggira in Africa sul 50%. Questo dipende dalla sua aggressività, ma anche dalla precocità degli interventi terapeutici oltre che dall’individuale sistema immunitario del paziente colpito. Non esiste infatti una cura, ma solo terapie palliative mirate al controllo dei sintomi e alla gestione di eventuali complicanze. Fondamentale ad esempio, contro febbre, vomito e diarrea la reidratazione con fluidi sia per via endovenosa che orale se possibile. Attualmente sono utilizzati anche in via sperimentale, vaccini ed altri farmaci tra cui prodotti del sangue (ematici), volti a compensare le emorragie e non solo, come pure terapie immunitarie a sostegno dell’organismo. Chi guarisce dall’Ebola mantiene gli anticorpi per almeno 10 anni.
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Foto: CDC.GOV
Fonte: Cdc.gov e OMS