Il Papillomavirus genitale umano è tra le la più comuni malattie sessualmente trasmissibili. Il virus, di cui esistono circa 40 tipi diversi, infetta la pelle e le mucose delle aree genitali in uomini e donne.
Normalmente l’infezione non è visibile ad occhio nudo, e sovente chi è infettato dal virus può anche non accorgersene.
La maggior parte delle persone colpite da papillomavirus non sviluppano sintomi o problemi di salute, se non nel casi di alcuni tipi di virus (il tipo 6 e 11) che invece provocano l’insorgere di verruche genitali, o condiloma, sia negli uomini che nelle donne.
Altri tipi di papillomavirus, non gli stessi che provocano le verruche, sono invece implicati nell’insorgere del tumore al collo dell’utero ed altre forme di cancro, sebbene meno comuni, alla vagina, al pene ed all’ano (tipo 16 e 18).
L’infezione da papillomavirus è generalmente classificata come “a basso rischio” quando il virus contratto è quello che provoca l’insorgere di verruche, e “ad alto rischio” quando invece il virus scatena l’insorgere di tumori.
Nel 90% dei casi il sistema immunitario combatte con successo il virus, che scompare nell’arco di due anni da quando si è contratta l’infezione.
Le verruche genitali di solito appaiono come piccole protuberanze nelle aree genitali. Possono essere sollevate o piatte, singole o multiple, piccole o grandi e di forma anche molto diversa.
Possono apparire sulla vulva, intorno alla vagina o nell’ano, sulla cervice, sul pene, sullo scroto, nell’inguine ed anche sulla coscia. Compaiono nell’arco di qualche settimana o anche mesi dopo aver avuto un rapporto sessuale con una persona infetta. In molti casi tuttavia, esse possono anche non essere evidentemente visibili.
Se non trattate le verruche genitali possono scomparire, restare invariate o aumentare, di numero e di dimensione. Esse tuttavia non provocano l’insorgere di tumori.
Un caso diverso se il papillomavirus appartiene al tipo che può provocare forme tumorali. L’infezione “ad alto rischio”, quando non viene efficacemente combattuta dal sistema immunitario, può indurre le cellule colpite a trasformarsi in maniera anomala. Ciò può perdurare anche per molti anni, e le cellule anormali possono trasformarsi in tumore nel corso del tempo.
Circa il 10% delle donne infette da papillomavirus ad alto rischio sviluppa infezioni durature che le pongono a rischio di tumore al collo dell’utero.
Questo tipo di tumore non manifesta sintomi fino a quando non è in uno stadio abbastanza avanzato. Per questo motivo, è importante per le donne sottoporsi allo screening per il cancro del collo dell’utero regolarmente.
Attualmente è stato introdotto un vaccino per le donne, somministrato in genere tra gli 11 ed i 12 anni che combatte l’infezione virale in caso di contagio.
Utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali è una precauzione efficace, sebbene in alcuni casi il virus si possa trasmettere lo stesso a causa dello sfregamento dei tessuti in zone non protette.