Il meccanismo si basa sull'utilizzo delle cellule staminali presenti nel cordone ombelicale che, secondo lo studio pubblicato su Nature Medicine hanno il vantaggio di avere meno problemi di rigetto.
Il meccanismo si basa sull’utilizzo delle cellule staminali presenti nel cordone ombelicale che, secondo lo studio pubblicato su Nature Medicine hanno il vantaggio di avere meno problemi di rigetto.
Il trattamento utilizzato attualmente per i pazienti affetti da malattie come la leucemia, che colpisce le cellule staminali nel midollo osseo, dove vengono prodotte le nuove cellule sanguigne, prevede il trapianto di midollo proveniente da un donatore compatibile, per ripristinare quello distrutto dalla leucemia.
Il problema fino ad oggi è stato che non sempre si riesce a trovare un donatore compatibile, pur essendoci una grande disponibilità di questi, e, anche nel caso lo si riesca a trovare, c’è comunque sempre il rischio che l’organismo della persona malata possa rigettare le cellule trapiantate.
Le cellule estratte dal cordone ombelicale potrebbero ovviare a questo problema perchè non hanno quelle caratteristiche che normalmente scatenano la reazione del sistema immunitario.
Lo svantaggio più grande è che le staminali tratte dal cordone ombelicale sono poche, ed in un cordone ombelicale esse non sono presenti in quantità sufficiente a soddisfare il bisogno di un adulto.
Gli scienziati hanno perciò identificato due differenti percorsi per aumentarne il numero. Se il primo di questi consiste nell’utilizzare staminali provenienti da più di un cordone ombelicale, il secondo, sebbene più complesso è quello su cui si sono appuntati i maggiori sforzi: riuscire a moltiplicare le staminali in laboratorio.
Il problema è che fino ad oggi questo passaggio non funzionava: in laboratorio le staminali si duplicano, ma si trasformano in cellule sanguigne, le quali non hanno la capacità di produrre esse stesse nuove cellule.
In laboratorio i ricercatori hanno quindi tentato la manipolazione delle staminali in modo che queste aumentassero di numero senza perdere il loro status.
Dopo aver ottenuto notevoli successi sugli animali i ricercatori hanno sperimentato con successo anche sull’uomo l’utilizzo di queste cellule proliferate in laboratorio, scoprendo anzi che esse vengono accettate dall’organismo malato ancora più velocemente di quanto facessero quelle originali tratte dal cordone ombelicale.
Se il successo dell’esperimento offre notevoli speranze per il futuro resta ancora da risolvere tuttavia la questione di riuscire a sfruttare in maniera massiccia e funzionale questa immensa risorsa, dato che ad oggi la raccolta delle staminali dal cordone ombelicale non è ancora così ampiamente attuata.