La possibilità di individuare precocemente il tumore alle ovaie può essere migliorata usando l'ecografia con mezzo di contrasto associata con l'analisi proteomica dei campioni di sangue.
E’ quanto afferma un nuovo studio, che sarà prossimamente pubblicato su Journal of Roentgenology.
La proteomica consiste nello studio delle proteine, in riferimento alla loro struttura e funzione.
Grazie a questo particolare metodo di studio nel corso degli ultimi anni sono state identificate centinaia di proteine che possono essere utilizzate come biomarcatori per il tumore alle ovaie.
Ciò può quindi contribuire a rivelarne la presenza anche nelle sue fasi iniziali, quando altri metodi diagnostici non sarebbero ancora in grado di individuarlo.
Nel 67 per cento dei casi di tumore ovarico questo viene identificato e scoperto solo in una fase avanzata del suo sviluppo, il che pregiudica le possibilità di sopravvivenza che si attestano intorno al 30%.
Il tasso di sopravvivenza al tumore quando questo è in fase iniziale è superiore al 90 per cento, ecco perchè una diagnosi precoce diventa di fondamentale importanza.
Fino ad oggi gli esami del sangue non hanno dato risultati soddisfacenti, e nemmeno il ricorso all’ecografia tradizionale.
L’utilizzo delle due tecniche congiunte invece, secondo i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine e del Vanderbilt University Medical Center che hanno condotto lo studio, può portare a rilevanti miglioramenti diagnostici, in particolare aumentare, attraverso l’ecografia a contrasto, la capacità dei biomarcatori di rilevare precocemente il carcinoma ovarico.