Il vaiolo è una malattia infettiva grave e contagiosa che può avere un decorso fatale.
Non esiste un trattamento per curarlo, anche se la prevenzione, ed in particolare l’introduzione del vaccino, ha fatto si che le autorità sanitarie abbiano potuto ad oggi constatare come il vaiolo sia una malattia praticamente debellata sull’intero pianeta. Il virus infatti sembra essere del tutto scomparso nel mondo, a parte alcuni ceppi del virus che sono conservati per ragioni scientifiche sia negli Stati Uniti che in Russia. La lotta al vaiolo rappresenta uno dei successi più evidenti della medicina moderna, ed uno dei pilastri sui quali ancora oggi si basa la lotta alle malattie infettive, ovvero la prevenzione grazie all’uso di vaccini, una forma debole del virus che viene inoculata e che permette all’organismo di costruire le sue difese immunitarie in modo da contrastare efficacemente le successive infezioni.
Il vaiolo si presentava in due diverse forme cliniche, Variola Major e Variola Minor.
La prima è storicamente quella con il più alto tasso di mortalità, che si aggirava intorno al 30%, e si poteva presentare in quattro differenti tipi, ordinaria, che copriva il 90% dei casi, modificata (che occorreva nelle persone precedentemente sottoposte a vaccino, flat ed emorragica, queste ultime due, sebbene molto gravi anche molto rare.
Variola Minor è una forma di vaiolo anch’essa ma molto più blanda nella sua manifestazione e nei sintomi, e con un tasso di mortalità che non superava l’1%.
La trasmissione del virus avviene attraverso le vie aeree, o per contatto diretto con persone malate, oppure ancora attraverso il contatto con vestiti e lenzuola infette.
La forma di vaiolo che colpisce l’uomo non attacca gli animali, sebbene esistano forme di vaiolo specifiche negli animali come mucche e cavalli.
I sintomi del vaiolo che si manifestano dopo un periodo di incubazione che può durare una o due settimane, si presentano con una febbre molto intensa, cui segue l’insorgenza di eruzioni cutanee simili a quelle del morbillo e della scarlattina, che colpiscono in particolare volto ed ascelle e che dopo qualche giorno si trasformano in pustole e vesciche che suppurano ed in seguito cominciano a seccare.
In questa fase il malato si trova in una condizione molto grave, ed è il periodo nel quale il virus è più pericoloso e mortale, perchè può andare a colpire le vie respiratorie ed il muscolo cardiaco.
La fase di guarigione avviene con la caduta delle croste, il paziente rimane tuttavia contagioso fino a che sia caduta l’ultima di questa.