La ricerca, condotta dal Dott. Yangmei Li, epidemiologo presso l’Università di Cambridge, ha preso in considerazione un campione di 23.000 persone seguite per un periodo di 12 anni, che hanno compilato questionari sul consumo quotidiano di caffè e che sono stati monitorati per tutto il periodo della ricerca sull’incidenza dei casi di ictus.
Secondo i dati forniti dai ricercatori coloro che dichiaravano di bere caffè sono risultati avere un rischio di ictus ridotto di circa il 27% rispetto a coloro che dichiaravano di non bere mai caffè.
Analisi che è risultata coerente, affermano i ricercatori, anche prendendo in considerazione altri fattori come età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, abitudine al fumo, consumo di alcool, consumo di tè, attività fisica, presenza di vitamina C nel plasma e condizioni come il diabete.
Anche il tipo di caffè bevuto, istantaneo, espresso, decaffeinato o normale, non sembra incidere sui risultati dello studio.
Il Dott. Daniel Lackland, portavoce della American Stroke Association, ha sottolineato che, pur non essendo la ricerca altamente innovativa, i risultati sono in sintonia con studi precedenti, una conferma ulteriore degli effetti benefici del caffè nel ridurre il rischio di ictus di cui però non è ancora chiaro il meccanismo.
Studi difficili, prosegue lo scienziato, anche perchè fondati sulle dichiarazioni dei partecipanti allo studio, che talvolta possono essere non precise o non del tutto rigorose.
Dunque secondo i ricercatori, nonostante l’evidenza dei risultati, uno studio di questo genere non può fornire attualmente alcuna indicazione di carattere terapeutico o di trattamento, e saranno necessari ulteriori studi e ricerche prima di poter individuare effettivamente quale efficacia protettiva possa avere il caffè per l’ictus.