Una tossina ricavata dalle spugne di mare sembra promettere il prolungamento della sopravvivenza nelle donne malate di tumore al seno.
L’eribulin sarebbe dunque il primo farmaco a risultare efficace con questa tipologia di malati terminali, rivelano i ricercatori del St. James Hospital di Leeds in Inghilterra.
Un risultato già in parte anticipato presso la Food and Drug Administration statunitense che a breve dovrebbe approvare la produzione del farmaco negli USA.
Nello specifico questo farmaco viene derivato da una tossina presente in una spugna di mare presente nel Pacifico. Funziona perchè blocca la replicazione delle cellule tumorali, causandone in questo modo l’autodistruzione.
I ricercatori hanno testato la validità del farmaco su un campione di donne che in precedenza erano risultate non migliorare dopo una serie di almeno due cicli di chemioterapia.
Le donne sono state in maniera casuale, ed a due terzi di queste è stato somministrato il farmaco, mentre per il restante gruppo venivano utilizzate terapie scelte dai medici, fino ad oggi non standardizzate per le donne con tumore al seno altamente sviluppato.
La sopravvivenza delle donne sottoposte all’azione del farmaco è stata in media di 13,12 mesi, mentre l’altro gruppo di donne ha avuto una media di 10,65 mesi. Almeno due mesi e mezzo in più, quindi.
Il farmaco non è privo di controindicazioni tuttavia: tra queste la perdita dei capelli, la fatica fisica, lo scarso numero di globuli bianchi nel sangue ed intorpidimento e formicolio alle estremità.