Caldo eccessivo e freddo eccessivo saranno in futuro uno dei più grandi fattori di rischio per malattie coronariche ed attacchi di cuore.
Estremi sbalzi climatici, troppo caldo e troppo freddo, saranno una condizione normale nel prossimo futuro, e ciò potrebbe mettere a dura prova il cuore della popolazione.
Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal la diminuzione della temperatura di un grado centigrado in un giorno può essere collegata ad un aumento degli attacchi di cuore, almeno 200 per ogni grado.
Allo stesso modo le grandi ondate di caldo registrate negli scorsi anni hanno di fatto provocato un aumento del numero di attacchi cardiaci causati da condizioni di malessere del cuore.
Gli esperti prevedono che nei prossimi 70 anni saranno in aumento gli episodi di grande calore o di grande gelo, e che un’esposizione a questi, per la durata di due settimane, può mettere a repentaglio le capacità di resistenza soprattutto delle persone più deboli, come gli anziani e coloro che sono già a rischio di problemi di cuore.
Per lo studio i ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine hanno analizzato i dati di oltre 84.000 pazienti ricoverati in ospedale per un attacco di cuore tra il 2003 e il 2006, valutando se ci fosse un legame con l’andamento delle temperature giornaliere negli stessi luoghi dove erano residenti le persone analizzate.
Una riduzione di un grado della temperatura media giornaliera è stata collegato dai ricercatori ad un aumento cumulativo del 2% circa del rischio di attacco cardiaco nei successivi 28 giorni, un’associazione verificabile anche durante l’estate.
Anche se il 2% può sembrare una percentuale minima, è evidente che se la si rapporta a grandi numeri i casi di attacco di cuore registrabili in più al giorno arrivano a circa 200 in più (confrontando i dati sulla popolazione dell’Inghilterra).
I ricercatori ipotizzano quale motivo di questa associazione che il freddo può rendere il sangue più incline alla coagulazione, e che ciò può aumentare il rischio di attacchi di cuore.
In un editoriale di accompagnamento allo studio le ricercatrici Paola Michelozzi e Manuela De Sario, del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio a Roma, hanno commentato i dati riflettendo come, se da un lato l’aumento medio delle temperature nel mondo può ridurre il rischio di alcune malattie da raffreddamento, il beneficio sarebbe controbilanciato dai rischi sanitari legati alle giornate di grande caldo.
Ridurre i gas ad effetto serra e modificare lo stile di vita sono quindi tra le principali strade da percorrere per affrontare con minori rischi i futuri cambiamenti climatici: abbassare l’apporto di grassi saturi, ridurre il consumo di carne e scegliere un’alimentazione sana sono alcuni dei provvedimenti di prevenzione più efficaci contro le malattie coronariche.