Le persone che bevono molto caffè, ma che non seguono una dieta mediterranea sono più a rischio di avere fibrillazione atriale.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università degli Studi di Modena, si è basato su una serie di questionari, somministrati a pazienti cui era stato recentemente diagnosticata aritmia cardiaca, che riguardavano le loro abitudini alimentari compreso il consumo di caffeina.
I questionari sono poi stati messi a confronto con quelli forniti da un gruppo di controllo di persone che non avevano diagnosticata la fibrillazione atriale.
L’assunzione di caffè durante la giornata è stata suddivisa in quattro categorie: bassa (una tazza al giorno), media (da due a tre tazze al giorno), pesante (più di tre tazze al giorno) e totalmente mancante.
I pazienti sono stati inoltre classificati in base alla loro adesione alla dieta mediterranea, ricca di cereali integrali, olio d’oliva, frutta e verdura e povera di carni rosse.
I risultati hanno verificato che le persone con fibrillazione atriale erano in passato meno use a seguire la dieta mediterranea rispetto agli altri, e risultavano maggiori consumatori di carni rosse e di prodotti lattiero caseari.
E’ stato inoltre osservato dai ricercatori che i pazienti con fibrillazione atriale assumevano la maggior parte degli antiossidanti proprio dal caffè invece che da altre fonti alimentari come frutta e verdura.
In generale i forti bevitori di caffè sono risultati maggiormente a rischio di avere la fibrillazione atriale rispetto a coloro che ne assumevano meno.