Alcuni ricercatori trentini sarebbero stati in grado di individuare, all'interno dei mirtilli, la presenza di flavonoli anti-tumorali ed anti-invecchiamento.
Sino ad oggi, quando alcuni ricercatori trentini, pubblicando un approfondito studio sull’argomento sulla rivista scientifica Journal of food composition and analysis, hanno rivelato a tutto il mondo i benefici derivanti dall’assunzione dei mirtilli.
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Urska Vrhovsek, Domenico Masuero, Luisa Palmieri e Fulvio Mattivi, grazie ai finanziamenti stanziati dalla regione in favore dello IASMA (Istituto agrario di San Michele all’Adige) avrebbero effettuato approfonditissime ricerche sull’argomento confermando non solo quanto già si sapeva, bensì implementando la nostra conoscenza sulla miracolosa bacca.
Oltre alle antocianine, universalmente riconosciute quali sostanze in grado di migliorare la funzionalità dei vasi sanguigni, gli studiosi dello Iasma avrebbero individuato anche 23 flavonoli glicosidi (una quantità pari a quella individuata nelle bacche naturali).
Alcuni di questi, in particolare la quercetina, sarebbero in grado, sinergicamente ad un’alimentazione sana ed equilibrata, di migliorare la funzionalità dell’intero organismo, sfavorendo l’invecchiamento naturale, l’insorgenza di tumori maligni nonché delle più comuni malattie cardiache.
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Gli studiosi trentini, inoltre, così come riportato dal Journal, sarebbero stati in grado di individuare la quantità di flavonoli contenuti all’interno dei mirtilli e sarebbero in grado di affermare, senza tema di smentita, che una singola porzione delle gustose bacche conterrebbe una quantità di flavonoli superiore di due-tre volte quella abitualmente consumata grazie ad un’intero pasto.