Riducendo di mezzo cucchiaino al giorno il consumo di sale aumenta il benessere della popolazione allo stesso modo di quanto si ottiene riducendo il colesterolo, l'obesità ed il vizio del fumo.
E’ quanto sostengono i ricercatori dell’Università della California a San Francisco, che hanno utilizzato modelli computerizzati di proiezione sui vantaggi di una riduzione del consumo di sale nella dieta quotidiana degli statunitensi.
In particolare a trarne vantaggio sarebbero i tassi di problemi cardiaci e degli attacchi di cuore, che potrebbero venir ridotti, grazie a questo semplice accorgimento, di circa il 13% se si riducesse di 3 grammi al giorno il consumo di sale (o 1200 milligrammi di sodio).
Secondo i ricercatori che hanno pubblicato il loro studio sul New England Journal of Medicine, i nuovi casi di malattie cardiache e di infarti si ridurrebbero in questa circostanza dell’8-11%.
Per ottenere una analoga riduzione di problemi cardiaci si dovrebbe praticamente dimezzare l’uso del tabacco a livello nazionale, e l’indice di massa corporea medio dovrebbe scendere di almeno il 5%.
Anche una riduzione nell’assunzione di sale di un grammo al giorno, sottolineano i ricercatori potrebbe già essere di grande beneficio.
Quello che evidenziano gli studiosi in ogni caso è che tale apporto esagerato di sale non è da considerarsi dovuto a quanto ne usiamo a tavola cucinando, quanto piuttosto a quello che viene utilizzato nella confezione di prodotti alimentari industriali.
E’ questo il territorio sul quale bisognerebbe intervenire più energicamente, secondo i ricercatori, dato che gli alimenti elaborati e prodotti industrialmente, almeno tra la popolazione statunitense, rappresentano tra il 75 e l’80% dell’apporto di sale.
Il modello elaborato al computer ha in ogni caso evidenziato dati già noti, ovvero che il sale è direttamente associabile all’aumento della pressione arteriosa, che ha effetti evidenti sui rischi di malattie cardiovascolari.