Una recente ricerca statistica ha evidenziato un dato preoccupante: i genitori sono i primi a non tenere in dovuto conto il problema del sovrappeso nei loro figli.
E’ per questo motivo che molti degli stati occidentali, Stati Uniti ed Inghilterra in primo luogo ma anche altri paesi, stanno progettando e divulgando sempre più frequentemente campagne contro le diete ipercaloriche e la tendenza ad essere in sovrappeso.
Anche in Italia, nonostante la “dieta mediterranea”, i problemi legati all’obesità cominciano a raggiungere il livello di guardia.
Naturalmente non si tratta semplicemente di questioni estetiche, visto che è stato ampiamente provato che chi è in sovrappeso ha la maggior probabilità di essere affetto da disturbi di vario genere, dall’alta pressione che può causare problemi cardiaci, a malattie come il diabete, all’aumento di forme di tumore.
Tale sforzo dovrebbe però incentrarsi, come suggerisce uno studio condotto dalla Newcastle University in Inghilterra, soprattutto nel campo dell’obesità infantile.
Una recente ricerca statistica realizzata da questa università ha infatti evidenziato un dato preoccupante: i genitori sono i primi a non tenere in dovuto conto il problema del sovrappeso nei loro figli.
Si tratta di una ricerca condotta sul territorio inglese, che ha coinvolto circa 600 famiglie con bambini di età compresa tra 6 ed 8 anni.
Lo studio prevedeva una duplice osservazione, che consisteva nel registrare il peso dei bambini e nello stesso tempo di sottoporre ad intervista i genitori sulla loro percezione della forma del bambino, tra un range di 5 risposte tra le quali scegliere, da “molto sottopeso” a “molto sovrappeso”.
Il dato che ha fatto scattare il campanello d’allarme è costituito dal fatto che circa il 70% dei genitori con figlio sovrappeso abbiano risposto di considerarlo invece “nella norma”.
Tale dato evidenzia che una buona campagna di sensibilizzazione ai problemi legati all’obesità non può prescindere soprattutto dall’informare ed educare correttamente prima di tutto i genitori.