Il cloro nelle piscine aumenta il rischio di asma ed allergie

di Redazione

Il cloro, se utilizzato in grosse quantità come disinfettante nelle piscine, aumenta i fattori di rischio, nei bambini, di sviluppare forme di allergia o asma.

piscina

Il cloro, se utilizzato in grandi quantità come disinfettante nelle piscine, aumenta i fattori di rischio, nei bambini, di sviluppare forme di allergia o asma.
Esperti di tossicologia dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, sono arrivati a queste conclusioni dopo aver analizzato un campione di 847 adolescenti di età compresa tra i 13 ed i 18 anni. Tutti i partecipanti allo studio frequentavano piscine, al chiuso o all’aperto, con tempi di permanenza differenti.

114 di loro hanno frequentato piscine disinfettate con la ionizzazione rame-argento, il resto invece piscine disinfettate con il cloro.

Lo studio ha scoperto che i ragazzi che hanno trascorso più di 1.000 ore nelle piscine con cloro, sia al chiuso che all’aperto, risultavano avere un rischio di otto volte maggiore di avere l’asma rispetto ai ragazzi che trascorrevano lo stesso periodo di tempo in piscine disinfettate con la ionizzazione rame-argento.

Il numero di bambini che possono contrarre l’asma si è dimostrata direttamente proporzionale alla loro esposizione al cloro: da 100 a 500 ore l’aumento del rischio si è attestato all’80%, da 500 a 1000 ore il rischio è duplicato e si è quadruplicato se l’adolescente è stato esposto al cloro della piscina per più di 1000 ore.

I ricercatori hanno scoperto che oltre le 100 ore di esposizione al cloro della piscina, aumentano anche i fattori di rischio legati all’insorgere di allergie come la febbre da fieno.

Uno dei ricercatori, Alfred Bernard, professore di tossicologia e coautore dello studio, recentemente pubblicato sulla rivista Pediatrics sostiene dunque che se il cloro è un disinfettante efficace e sicuro per le piscine, quando viene impiegato troppo può accumularsi nell’acqua – e nell’aria delle piscine coperte – e provocare effetti irritanti sull’apparato respiratorio. Soprattutto nei bambini, che sono più vulnerabili e le frequentano più spesso.

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