Si chiama Shopper's Guide to Pesticides in Produce, è stata creato dallo statunitense Environmental Working Group e, ormai da otto anni, stila la classifica degli alimenti, in particolar modo frutta e verdura, maggiormente inquinati dai più differenti pesticidi.
Codesta organizzazione senza scopo di lucro, in particolar modo e stando a quanto riportato in prima battuta in Italia dal Corriere della Sera, provvederebbe, annualmente e nel corso degli ultimi giorni di primavera, all’analisi di oltre 60.000 campioni di 45 diverse varietà di frutta e verdura allo scopo di valutarne la possibile contaminazione ad opera di un qualsiasi agente chimico potenzialmente dannoso per l’uomo.
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I risultati dei test di laboratorio, molto approfonditi ed accurati, condotti dagli esperti dell’Environmental Working Group verrebbero poi confrontati con i dati, in materia di diffusione di pesticidi e fertilizzanti chimici, rilasciati dal Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti d’America così che il quadro possa essere il più chiaro possibile e, dunque, si possano inserire nella Shopper’s Guide to Pesticides in Produce anche tutti quegli alimenti solo minimamente, e superficialmente, inquinati.
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Da ribadire, infine, come l’Environmental Working Group procederebbe all’analisi della frutta e della verdura prescelta solamente dopo aver accuratamente lavata nonché, naturalmente, dopo averla accuratamente sbucciata.
Ebbene, nonostante questi piccoli, ma in realtà molto importanti, accorgimenti, l’Environmental Working Group avrebbe dovuto purtroppo constatare come, in media, il 68% dei campioni di ogni varietà di frutta e verdura analizzata sia, anche solo in minima parte, contaminata dai più differenti agenti chimici.
Peggio di tutte se la sarebbero cavata le pesche noci: questa particolare varietà, infatti, avrebbe dimostrato una contaminazione record pari, addirittura, al 100% del campione analizzato (ovverosia, per farla semplice, ogni singola pesca noce presa in considerazione dagli esperti avrebbe dimostrato di essere, anche solamente in minima parte, contaminata).
Peperoni ed uva, invece, guiderebbero la speciale classifica della frutta e della verdura inquinata dal maggior numero di agenti chimici giacché, come dichiarato dagli esperti dell’Environmental Working Group, la maggior parte dei peperoni e degli acini d’uva analizzati avrebbero presentato, e non solamente sulla buccia, oltre 15 differenti sostanze potenzialmente dannose per l’uomo.
Da segnalare, infine, le mele, inserite dall’Environmental Working Group al primo posto della Shopper’s Guide to Pesticides in Produce, poiché su moltissime delle centinaia di mele analizzate, ovverosia su quasi il 60% di tutte quelle prese in considerazione, sarebbe stata rinvenuta la più alta concentrazione di pesticidi in assoluto.