La chiamano andropausa, correlandola alla menopausa femminile (andros= uomo+ pausa), ma le due cose non sono confrontabili a detta degli esperti: benché anche nel genere maschile con l’età si possa assistere ad un calo di ormoni, questo non è mai repentino e totale come nelle donne, non c’è una “pausa”, uno stop, di determinate funzioni: non c’è un ciclo mestruale che smette di manifestarsi. L’andropausa quindi come termine medico non è esatto anche se esiste una condizione di calo del testosterone che può determinare alcuni sintomi.
Cosa si intende per andropausa?
Il termine menopausa nelle donne, come dicevamo indica una rapida caduta dei livelli di estrogeni (ormoni sessuali femminili) coincidente nel periodo in cui le ovaie smettono di funzionare correttamente. Negli uomini il calo di testosterone è riconosciuto, in media di un 1% ogni anno a partire dai 30 anni in poi: ma non capita a tutti e soprattutto si manifesta in modalità diverse. Alcuni hanno sintomi invalidanti, altri lievi, per altri ancora, nessun disturbo di sorta sia dal punto di vista della virilità che altri. Solitamente gli esperti parlano quindi di ipogonadismo ad esordio tardivo (diverso dall’ipogonadismo giovanile) per indicare tale condizione, anche se in modo colloquiale tutti parlano di andropausa.
I sintomi dell’andropausa
I sintomi dell’andropausa o ipogonadismo ad esordio tardivo sono riconducibili ai bassi livelli di testosterone e sono diversi, afferenti non solo alla sfera sessuale. Laddove si manifestano, con più o meno intensità possono essere i seguenti:
- Diminuzione del desiderio sessuale e della risposta all’eccitazione
- Difficoltà a mantenere le erezioni
- Diminuzione delle erezioni mattutine
- Diminuzione della qualità del seme (in relazione a quantità di spermatozoi e al volume spermatico)
- Energia generale ridotta
- Vampate
- Diminuzione del senso di benessere
- Cambiamenti del tono dell’umore in negativo associati ad una riduzione della capacità intellettiva-congnitiva e dell’orientamento spazio-temporale
- Disturbi del sonno
- Diminuzione del tono e della forza muscolare
- Aumento grasso viscerale (pancetta)
- Rarefazione della peluria e capelli
- Ossa fragili
- Diminuzione delle misure del pene
Esiste una cura per il testosterone basso?
In caso di questa sintomatologia è importante cercare di valutare gli effettivi livelli di testosterone nel sangue. Non è sempre facile fare una diagnosi: alcuni uomini possono ad esempio avere bassi livelli di testosterone totale, ma normali livelli di cosiddetto testosterone libero, che è la forma ormonalmente attiva. Queste persone sono considerate sane dal punto di vista ormonale. Questo non vuol dire che non esista per alcuni pazienti una possibilità di benefici dal sottoporsi a TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva) con del testosterone. Stabilire chi e perché dovrebbe fare tale cura è però una questione abbastanza complessa e discussa.
La terapia sostitutiva di testosterone è considerata come fonte di eterna giovinezza per gli uomini, ma è errato, perché questa soluzione non è benevola per tutti: anche perché può comportare effetti collaterali. Va cioè valutato profondamente il rapporto rischio/ beneficio: assolutamente va evitata l’assunzione di questa sostanza acquistandola su internet o da rivenditori compiacenti. E’ fondamentale un’approfondita visita endocrinologica.
Tra i rischi connessi ad un abuso di testosterone (sia negli anziani che nei giovani) troviamo:
-diminuzione del colesterolo buono
-restringimento dei testicoli
-acne
-Ipertrofia prostatica
Dubbi, ma comunque da non sottovalutare i rischi connessi all’uso di testosterone e tumore alla prostata.
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