Come prevenire la pediculosi così da evitare un'infestazione di massa
Dopo aver descritto, dunque, i sintomi della pediculosi, così da avervi insegnato a riconoscerla e combatterla sin dalle fasi iniziali, ribadiamo ora come, anche in questo caso, prevenire sia meglio che curare e, dunque, intendiamo elargire modesti consigli, dettati più dal buon senso e dalle buone abitudini che dalla pratica clinica, grazie alla quale riuscire a prevenire la pediculosi.
Sarebbe bene conoscere, a questo scopo, le modalità di trasmissione dei pidocchi, cercando di sfatare i miti più comuni sull’argomento e, di conseguenza, fare luce su questa diffusa problematica.
Bisogna innanzi tutto affermare, dunque, come la trasmissione del pidocchio avvenga, quasi esclusivamente, per contatto diretto.
Ciò avviene a causa di due caratteristiche particolari del pidocchio, ovverosia a causa della sua incapacità di muoversi liberamente nello spazio (il pidocchio, infatti, a differenza di quanto comunemente creduto, è assolutamente incapace di saltare o volare da una testa all’altra) e di sopravvivere nell’ambiente esterno.
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Per questo motivo, dunque, è bene ribadire come sia fondamentale insegnare ai nostri figli, in ambito scolare, a non scambiarsi oggetti personali possibilmente infetti, quali berretti o pettini o altri simili capi d’abbigliamento e accessori, ma anche, altresì, come sia superfluo preoccuparsi della semplice vicinanza tra compagni di classe giacché questo fattore, come precedentemente ricordato, da solo non basta a causare la proliferazione dei pidocchi.
Detto questo, dunque, e ricordato come sia utile non entrare in contatto diretto con persone o cose affette da codesta parassitosi, la nostra brevissima guida potrebbe concludersi giacché, al di la di codeste regole dettate dal buon senso, è impossibile prevenire la pediculosi.
Non serve, allo scopo, applicare sul cuoio capelluto sostanze in passato considerate molto utili, quali maionese, aceto, olio o, addirittura, petrolio e neppure effettuare lavaggi periodici con shampoo antiparassitari che, anzi, potrebbero risultare, sul lungo periodo, tossici per l’individuo nonché procedere alla sensibilizzazione della, attenuandone l’efficacia in caso di effettivo bisogno.
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È altresì necessario sfatare il mito, a dire il vero ancora molto discriminante, che la pediculosi si possa prevenire con una corretta igiene personale.
Il pidocchio, come qualsiasi altro parassita, necessita infatti, per la propria sopravvivenza, del sangue dell’individuo ospite e, dunque, proprio per questo motivo si evince come una buona igiene non equivalga ad una strategia di prevenzione e, di conseguenza, come chi sia affetto da pediculosi non sia necessariamente “sporco”.
Altro mito da sfatare è quello relativo alla lunghezza dei capelli.
Sebbene, infatti, una chioma decisamente poco folta sia decisamente utile in sede di trattamento, è altresì vero che le lendini, ovverosia le uova, vengono depositate proprio alla base dei capelli e, dunque, a meno che non decidiate di radere i vostri piccoli, non sottoponeteli ad inutili e stressati sedute dal barbiere.
Un utile misura di profilassi, infine, può essere rappresentata dall’abitudine di avvertire quanti, nel mese precedente la scoperta dell’avvenuta infestazione, abbiano avuto rapporti, anche occasionali, con il soggetto affetto da pediculosi, così che si possa procedere ad effettuare un accurato controllo del cuoio capelluto, da effettuarsi in un luogo luminoso ma non sotto la luce diretta (giacché le lendini, di colore bianco e traslucenti, potrebbero sfuggire all’osservatore) e ad applicare quelle manovre preventive di cui sopra.