La disfunzione erettile è un forte segnale di avvertimento di un aumentato rischio di infarto, ictus e altri problemi cardiovascolari.
Secondo i ricercatori la disfunzione erettile potrebbe dunque essere compreso nel Framingham Heart Study, attualmente il più importante ed esaustivo tra gli studi dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari al mondo.
Secondo il Dott. Andre Araujo, che ha condotto la nuova ricerca, un medico che avesse davanti un paziente con disfunzione erettile dovrebbe dunque tenere altamente in considerazione anche la presenza di problemi cardio vascolari.
Ciò perchè il meccanismo che blocca l’afflusso di sangue al cuore ed al cervello potrebbe influire anche nell’afflusso di sangue al pene.
La ricerca ha coinvolto 1.057 uomini, di età compresa tra 40-70, monitorati per una media di 12 anni. Il 37 per cento degli uomini con disfunzione erettile sono stati inseriti nella categoria ad alto rischio in base al sistema di riferimento del Framingham Heart Study, rispetto al 17 per cento degli uomini senza disfunzione erettile.
Una volta stabilito il collegamento, i ricercatori stanno valutando se inserire la disfunzione erettile all’interno dei profili di rischio categorizzati dal Framingham Hearth Study, che attualmente resta ancora il sistema predittivo più efficace ed oltretutto il meno costoso, se paragonato ad altri strumenti diagnostici come la tomografia computerizzata a scansione o la ricerca di marcatori molecolari.
I ricercatori concludono dunque che il medico, con una semplice domanda al paziente riguardo alla disfunzione erettile potrebbe dunque avere a disposizione, in maniera rapida ed a costo zero, un indizio di notevole importanza e validità sulla presenza di eventuali disturbi al sistema circolatorio nel paziente.
Per la stessa ragione le persone con disfunzione erettile dovrebbero essere stimolati a parlarne con il medico, proprio per poter avere una diagnosi e terapie preventive che in qualche caso potrebbero anche salvar loro la vita.