Nel 1948, è stato istituito il il Framingham Heart Study, sotto la direzione del National Heart Institute e con la collaborazione dell'Università di Boston.
Un campione di 5.209 uomini e donne di età compresa tra i 30 ed i 62 anni sono quindi stati sottoposti periodicamente ad esami medici ed approfondite interviste sullo stile di vita ogni due anni. Nel 1971 la ricerca ha coinvolto anche la generazione di abitanti successiva, 5124 persone che rappresentavano i figli e coniugi del campione di popolazione originario arruolato nella prima fase.
Nel 2002 è stata coinvolta anche la terza generazione di partecipanti, mentre nel 1994 e nel 2003 lo studio si è allargato a comprendere un gruppo più ampio della comunità.
Nel corso degli anni, l’attento monitoraggio della popolazione di Framingham ha portato alla identificazione dei principali fattori di rischio di malattie cardiovascolari, tra questi la pressione alta, il fumo, il diabete, il colesterolo alto, e la mancanza di attività fisica. Nel corso dello studio sono poi stati individuati anche altri fattori correlati, come i trigliceridi nel sangue, i livelli di colesterolo buono, l’età, il sesso ed altri problemi di ordine psicosociale.
Anche se la popolazione di Framingham era costituita principalmente di persone di etnia bianca, l’importanza dei fattori di rischio evidenziati è stata valutata esser valida anche per altri gruppi razziali.
L’importanza dello studio nella ricerca medica e scientifica è stato notevole, ed il Framingham Study è stato di fatto l’antesignano del moderno concetto di fattore di rischio che oggi è diventato parte integrante degli studi in medicina ed ha permesso di sviluppare efficaci terapie e strategie di prevenzione per la popolazione.
Il Framingham Heart Study continua ancora oggi a fornire importanti contributi scientifici migliorando la profondità e l’ampiezza delle sue ricerche, ed inglobando anche moderne tecniche diagnostiche come l’ecocardiografia, la risonanza magnetica di cuore e cervello, la tomografia computerizzata e la densitometria ossea (utile nel monitoraggio dell’osteoporosi).
Recentemente la ricerca si è spinta anche in altri settori come per esempio il ruolo dei fattori genetici nelle malattie cardiovascolari.