Un recente studio statunitense ha rilevato che i lavoratori che vanno in pensione risultano essere maggiormente sani sia fisicamente che mentalmente se continuano a svolgere un'attività lavorativa.
Utilizzando dati forniti da una corposa inchiesta sulla salute in età pensionabile, la National Health and Retirement Study, i ricercatori hanno analizzato status occupazionale, salute e situazione finanziaria di otre 12.000 uomini e donne di età compresa tra 51 e 61 anni nell’arco di 6 anni complessivi.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of Occupational Health Psychology ad ottobre, ha scoperto che rispetto a quelli che smettono di lavorare del tutto, le persone ufficialmente in pensione ma che hanno continuato a lavorare part-time o in impieghi temporanei risultavano statisticamente meno colpiti da almeno 8 malattie, tra le quali ipertensione, diabete, cancro, malattie polmonari, malattie del cuore, ictus, problemi psichiatrici ed artrite.
Coloro che lavorano in un impiego part-time risultano anche meno inclini ad avere segni di declino funzionale nello svolgere attività comuni della vita quotidiana, anche semplici come alzarsi dal letto, camminare, vestirsi o mangiare.
I risultati non erano variati neanche prendendo in considerazione fattori come età sesso, status sociale disponibilità economica o salute fisica e mentale prima di raggiungere l’età pensionabile.
Commentando lo studio i ricercatori dell’Università del Maryland, autori della ricerca, hanno affermato che il lavoro in età pensionabile sembra avere un influsso positivo su una serie di aspetti: una maggior organizzazione del proprio quotidiano, attività fisica, risorse finanziarie, relazioni sociali e la possibilità di apprendere nuove abilità lavorative e sociali.
Oltre a ciò il lavoro rafforza l’autostima e contribuisce a costruire l’identità sociale dell’individuo.
Questo studio non è certo il primo che investiga il rapporto con il lavoro tra i pensionati. Una recente ricerca promossa dalla American Geriatrics Society presentata in primavera rilevava che tra i pensionati over 65 coloro che svolgevano attività di volontariato risultavano avere un rischio di morte ridotto di almeno la metà.
Essere socialmente coinvolti dunque, ed avere uno scopo nella vita, sia attraverso un lavoro che come volontari, contribuisce a migliorare la salute, sia fisica che mentale.