Secondo i ricercatori olandesi è il metabolismo, più che il peso in eccesso a determinare tra gli obesi il rischio di malattie cardiache.
Lo affermano ricercatori olandesi dell’University Medical Center di Groeningen.
Per quelle poche persone obese ma che non hanno altri fattori di rischio come pressione alta o colesterolo elevato, l’obesità di per se non aumenta il rischio di problemi cardiovascolari.
Le persone metabolicamente sane insomma, ribadiscono i ricercatori a margine dello studio, anche se obese non hanno un rischio elevato per problemi di cuore, anche se, avvertono, queste persone, nella media degli obesi, sono presenti in percentuali decisamente ridotte. E’ il profilo di rischio metabolico che conta, commentano, e non il peso di per se.
Il gruppo di ricerca ha raccolto dati su 1.325 persone obese tra un campione di 8.356 persone coinvolte in uno studio più ampio.
Tra le persone obese, i ricercatori hanno osservato che solo 90 (e cioè il 6,8 per cento) erano metabolicamente sani, ovvero non avevano precedenti di malattie cardiache, ictus, diabete o pressione alta, livelli di trigliceridi o colesterolo elevati.
In sette anni di follow-up, solo una di queste persone ha sviluppato una malattia cardiovascolare. Calcolando in termini percentuali la proporzioni non erano dunque in proporzione superiore a quanto riscontrato nelle persone in sovrappeso o di peso normale.
Dunque, suggeriscono i ricercatori, per valutare se si è a rischio o meno di problemi al cuore occorre valutare anche il profilo metabolico: se questo è nella norma non vi sono eccessivi rischi.
Il dottore Gregg C. Fonarow, direttore del Centro di Cardiomiopatia Ahmanson-UCLA presso la University of California a Los Angeles ha per esempio dichiarato che lo studio ha una carenza fondamentale nel fatto di essersi basato su un follow-up di breve durata, mentre altri studi hanno evidenziato che su un periodo più lungo anche le persone obese ma metabolicamente regolari maturano un rischio più elevato di problemi cardiaci.
Il dottor Tae Hwa-Chun, assistente professore di medicina interna presso l’Università del Michigan, ha a sua volta dichiarato che la ricerca in questione non ha abbastanza potere statistico in grado di evidenziare il potenziale di rischio di malattie cardiovascolari legato all’obesità.
Fonte HeathFinder