Una frequenza cardiaca superiore a 100 battiti al minuto (BPM) negli adulti a riposo: questa è la definizione di tachicardia. Un battito cardiaco accelerato è dovuto a molti fattori e cause possibili, a partire dallo stato di salute e fisico generale oltre che dall’età. Esistono diversi tipi di tachicardia a seconda del luogo del cuore in cui origina. Essenzialmente si può parlare di tachicardia atriale, sopraventricolare, ventricolare o sinusale. Scopriamo insieme in cosa consistono e quali sono le differenze, dopo aver spiegato il “circuito elettrico del cuore”.
Il cuore ed il suo circuito elettrico
Il cuore ha un suo circuito elettrico individuale che gli permette di pulsare, battere e dunque pompare il sangue dentro e fuori al resto dell’organismo. Questo è composto di quattro camere: 2 superiori (atri) e 2 inferiori (ventricoli). Il ritmo è scandito da un pacemaker naturale (nodo del seno) dal quale partono gli impulsi elettrici e che si trova nell’atrio destro. Da qui quindi gli impulsi viaggiano attraverso gli atri (contraendoli e facendo in modo che il sangue passi sotto ai ventricoli) per arrivare al nodo atrioventricolare -AV- che rallenta il segnale elettrico prima di inviarlo ai ventricoli, consentendo a questi di riempirsi di sangue. Quando gli impulsi elettrici raggiungono i muscoli dei ventricoli, si contraggono, inducendoli a pompare il sangue sia ai polmoni o al resto del corpo. A seconda di dove in tale circuito si altera il segnale si sviluppano i diversi tipi di tachicardia. I più comuni sono i seguenti:
Tachicardia sopraventricolare (SVT) o Atriale
Si ha quando l’accelerazione del ritmo inizia negli atri (camere superiori). Di questo tipo è anche la tachicardia atriale parossistica (PAT) o tachicardia parossistica sopraventricolare (PSVT). Il battito veloce non consente al cuore di avere tempo sufficiente per riempirsi prima della contrazione con la conseguenza di compromettere il corretto flusso sanguigno. E’ la forma di tachicardia più frequente nei bambini, provocata per lo più da un difetto congenito. Può comportare sintomi come le vertigini, palpitazioni, senso di confusione, angina e dispnea (mancanza di respiro). In casi estremi incoscienza ed arresto cardiaco. Non tutti hanno questa sintomatologia o comunque non sempre è necessaria una qualche forma di trattamento.
Tachicardia ventricolare
E’ determinata da un ritmo accelerato che origina nelle camere inferiori del cuore (ventricoli). Comporta un serio pericolo per la vita: non permette al cuore si riempirsi prima di contrarre il ventricolo. E’ necessaria una diagnosi precoce e a volte un intervento di emergenza anche con defibrillatore. Tra le cause troviamo
- Coronaropatia
- Cardiomiopatia
- Alcuni Farmaci
- Sarcoidosi (una malattia infiammatoria che colpisce la pelle o altri tessuti del corpo)
Tra i sintomi oltre quelli sopra descritti c’è purtroppo anche l’infarto.
La gravità di tale tachicardia dipende in gran parte dalla presenza di altre disfunzioni cardiache oltre che dall’intensità del battito. Il trattamento dipende da ciò che sta causando il problema (defibrillazione, farmaci, ablazione cardiaca o chirurgia) .
Tachicardia sinusale
Nella tachicardia sinusale il ritmo è veloce, ma costante, senza picchi improvvisi. E’ dal seno atriale che partono impulsi elettrici più veloci, ma il ritmo cardiaco rimane corretto, stabile. Le cause di questa forma di tachicardia possono essere:
- Febbre
- Ansia
- Farmaci
- Droghe
- Stress emotivo
- Intenso esercizio fisico
Meno comunemente, può essere il sintomo di:
- Anemia
- Ipertiroidismo
- Danno muscolare dovuto ad infarto o insufficienza cardiaca
- Emorragia
Le terapie sono mirate alla causa che determina la tachicardia sinusale.
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Fonte: American Hearth Association
Foto: Thinkstock