
La pillola, chiamata Ateronon, è per ora stata realizzata a livello sperimentale, e sono necessari altri studi per verificare fino a che punto essa sia efficace.
Non solo ma coloro che prendono statine dopo un ictus hanno meno probabilità di morire entro 10 anni rispetto a quelli che non prendono statine.
Esso può essere essenzialmente di due tipi, o causato dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello, caso che occorre nel 10 % dei casi circa, oppure a causa della occlusione parziale o totale dei vasi sanguigni, con conseguente riduzione del flusso sanguigno al cervello. E’ questo il caso più frequente di ictus, circa il 90 % dei casi. Nel primo caso si parlerà di emorragia cerebrale, nel secondo di ischemia.
Un equipe medica dell’ University Medical Center di Leiden, hanno voluto valutare gli effetti dell’iniezione di midollo osseo endomiocardica (tra le pareti del cuore), sulla circolazione miocardica (ovvero quella che avviene all’interno del cuore) e sulla funzionalità del ventricolo sinistro in una serie di pazienti affetti da ischemia cronica che non era possibile curare con trattamenti convenzionali.
Si tratta di una temporaneo arresto dell’attività respiratoria, con pause più o meno frequenti della respirazione, causate dalla chiusura delle vie aeree nella faringe.
Non è facile diagnosticarla, e ci vogliono una serie di esami accurati, tra i quali la polisonnografia, ma alcuni dei sintomi più evidenti, che possono dare adito a sospetti sulla presenza del disturbo sono il forte russare accompagnato, sovente, da un’eccessiva sonnolenza e spossatezza durante le ore diurne.
La riabilitazione normalmente consiste di sedute in cui il paziente è sottoposto ad esercizi fisici volti a ridurre il grasso ed il peso corporeo in eccesso attraverso sedute che comprendono ginnastica, nuoto ed altre attività sportive.
Il legame tra le complicazioni al buon funzionamento del cuore e la carenza di esercizio fisico è stata ampiamente provata, ma è anche stato provato che le normali forme di esercizio fisico quotidiano sono altrettanto efficaci, se non di più, di quelle previste dai programmi riabilitativi.