Statine: efficaci per prevenire un secondo ictus

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Le persone che, dopo aver avuto un ictus, assumono statine, i farmaci per abbassare il livello di colesterolo nel sangue, possono essere meno suscettibili ad un secondo ictus. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato ultimamente su Neurology.

Non solo ma coloro che prendono statine dopo un ictus hanno meno probabilità di morire entro 10 anni rispetto a quelli che non prendono statine.

Ictus

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L’ictus è riconosciuto come uno dei più alti fattori di mortalità e di invalidità permanente nelle persone adulte che superano il 65° anno di età, sebbene in molti casi può colpire anche persone più giovani.

Esso può essere essenzialmente di due tipi, o causato dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello, caso che occorre nel 10 % dei casi circa, oppure a causa della occlusione parziale o totale dei vasi sanguigni, con conseguente riduzione del flusso sanguigno al cervello. E’ questo il caso più frequente di ictus, circa il 90 % dei casi. Nel primo caso si parlerà di emorragia cerebrale, nel secondo di ischemia.

Ischemie croniche: una terapia con iniezioni di cellule di midollo osseo

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Un recente studio condotto in Olanda con una terapia consistente nell’iniezione di cellule del midollo osseo applicata nei pazienti con cardiopatia ischemica ha rivelato esserci risultati positivi.

Un equipe medica dell’ University Medical Center di Leiden, hanno voluto valutare gli effetti dell’iniezione di midollo osseo endomiocardica (tra le pareti del cuore), sulla circolazione miocardica (ovvero quella che avviene all’interno del cuore) e sulla funzionalità del ventricolo sinistro in una serie di pazienti affetti da ischemia cronica che non era possibile curare con trattamenti convenzionali.

Apnea notturna

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L’apnea notturna è uno dei disturbi del sonno purtroppo destinato nei prossimi anni ad aumentare considerevolmente.

Si tratta di una temporaneo arresto dell’attività respiratoria, con pause più o meno frequenti della respirazione, causate dalla chiusura delle vie aeree nella faringe.
Non è facile diagnosticarla, e ci vogliono una serie di esami accurati, tra i quali la polisonnografia, ma alcuni dei sintomi più evidenti, che possono dare adito a sospetti sulla presenza del disturbo sono il forte russare accompagnato, sovente, da un’eccessiva sonnolenza e spossatezza durante le ore diurne.

Ipertensione arteriosa: un virus è tra le cause

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Un nuovo studio suggerisce per la prima volta che il citomegalovirus (CMV), una infezione virale molto comune che colpisce tra il 60 e il 99 per cento degli adulti in tutto il mondo, è una delle cause dell’alta pressione sanguigna, il principale fattore di rischio per le malattie cardiache, ictus e malattie renali.
Pubblicati nel maggio di quest’anno sulla rivista PLoS Pathogens, i risultati dimostrano inoltre che, se combinato con altri fattori di rischio per le malattie cardiache, il virus può portare allo sviluppo di arteriosclerosi, o all’indurimento delle arterie.

Sovrappeso: benefici per il cuore se si cammina molto

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Tra i pazienti che ricorrono a programmi di riabilitazione cardiaca, l’80% hanno problemi di sovrappeso, e questo è uno dei fattori che aumentano notevolmente il rischio di infarto ed altre forme di crisi cardiaca.

La riabilitazione normalmente consiste di sedute in cui il paziente è sottoposto ad esercizi fisici volti a ridurre il grasso ed il peso corporeo in eccesso attraverso sedute che comprendono ginnastica, nuoto ed altre attività sportive.

Il legame tra le complicazioni al buon funzionamento del cuore e la carenza di esercizio fisico è stata ampiamente provata, ma è anche stato provato che le normali forme di esercizio fisico quotidiano sono altrettanto efficaci, se non di più, di quelle previste dai programmi riabilitativi.

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