I retrovirus si sono evoluti insieme ai mammiferi

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I resti di un virus fossile, simile in tutto e per tutto al virus dell’HIV, è stato scoperto nel genoma di una specie di bradipo diffuso nelle foreste sudamericane, il Choloepus hoffmanni. La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Università di Oxford, ed è stata pubblicata sulla rivista Science di quest’ultima settimana.
Grazie al fatto che questo mammifero vive in una condizione di particolare isolamento, geografico e genetico, il suo genoma, ovvero il corredo di cromosomi contenuto dalle cellule di un individuo, ha potuto offrire ai ricercatori la possibilità di studiare un corredo genetico molto significativo per comprendere le trasformazione genetiche nel corso dell’evoluzione, il funzionamento dei sistema immunitario ed anche i tipi di virus con cui essi dovevano combattere.

Dormire solo sei ore ed essere in forma? Un gene lo permette

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Una buona ed una cattiva notizia per coloro che si vantano di essere sufficientemente in forma pur dormendo solo 6 ore al giorno.
La notizia buona proviene dall’Università della California a San Francisco dove un gruppo di ricercatori è riuscito ad individuare una mutazione genetica che effettivamente permette a chi la possiede di necessitare solo di sei ore di sonno. Lo studio è nato casualmente osservando, durante uno studio sui ritmi circadiani, l’orologio biologico che regola nell’uomo e negli animali il sonno e la veglia, una coppia di donne, madre e figlia, che manifestavano appunto la capacità di avere una vita sana ed attiva pur dormendo non più di 6 ore al giorno.

La celiachia aumenta i rischi di parto di bambini autistici

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Secondo uno studio pubblicato nel numero di luglio della rivista Pediatrics, i bambini di madri che hanno malattie autoimmunitarie come il diabete di tipo 1, l’artrite reumatoide e la celiachia hanno un rischio tre volte maggiore di nascere autistici.
L’associazione tra autismo e diabete di tipo 1 così come tra autismo ed artrite reumatoide erano già stati evidenziati in precedenti studi, e questa nuova ricerca non solo conferma i dati già acquisiti, ma approfondisce un terzo fattore di rischio che fino ad oggi non era stato preso in considerazione: la celiachia.

Sistema immunitario: segnali biochimici per “ricordarsi” di un attacco virale

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Un equipe di ricercatori del Southwestern Medical Center, Università del Texas, ha scoperto che il nostro organismo produce due segnali biochimici in grado di sviluppare cellule ed anticorpi che si “ricordano” dell’attacco di agenti patogeni, per meglio contrastarli in futuro.
Le cellule immunitarie sono di due tipi, i linfociti citotossici, il cui ruolo è quello di uccidere le cellule infettate, ed i linfociti helper che hanno invece il compito di secernere i segnali che permetteranno alle cellule killer di memorizzare quali tipi di proteine ha prodotto l’agente patogeno in modo da intervenire ancora più rapidamente nel caso l’infezione si ripresenti.

Coesina e Sindrome di Cornelia de Lange

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Un team internazionale di scienziati che studiano una rara malattia genetica, la sindrome di Cornelia de Lange, ha scoperto che un insieme di proteine, la coesina, la cui funzione è quella di mantenere uniti i cromosomi per garantire che questi conservino intatta ed identica la catena del DNA, gioca un ruolo importante nella regolazione genetica nell’organismo.