Cloasma gravidico cos’è e come si previene

Spesso abbiamo affrontato il tema della gravidanza, analizzando nel dettaglio questo particolare momento della donna, dai primi tre mesi, al secondo trimestre, all’ultimo trimestre, per parlare poi anche del parto naturale e del parto cesareo, in modo da dissipare i dubbi principali che percorrono la mente di una donna in quei lunghi mesi.
Oggi vogliamo parlare del cloasma gravidico, ossia la comparsa di macchie scure sulla pelle, dopo un’esposizione al sole non protetta.

Ecografia morfologica

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Dopo aver parlato di traslucenza nucale e amniocentesi ora vogliamo parlare di ecografia morfologica, un esame che va effettuato tra la ventesima e la ventitreesima settimana e serve per studiare la morfologia del feto per escludere, o accertare, la presenza o meno di malformazioni.
Questo esame viene effettuato in quelle settimane in quanto il feto è della dimensione ottimale per essere studiato e per la densità del liquido amniotico in più perchè dopo tale periodo la legge italiana non permette l’aborto volontario anche se il feto è affetto da gravi malformazioni.

Amniocentesi, cos’è e quando farla

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Abbiamo parlato di traslucenza nucale, un esame non invasivo che viene effettuato volontariamente nel primo trimestre
di gravidanza
che ha lo scopo di conoscere eventuali anomalie cromosomiche del feto, in particolar modo della sindrome di Down.
Una accertata la possibilità di un elevato rischio di queste patologie, la futura mamma può effettuare un’amniocentesi, un esame invasivo che consente il prelievo transaddominale del liquido amniotico dalla cavità uterina.
Questo esame ha lo scopo di prelevare campioni biologici che hanno lo scopo di effettuare una corretta diagnosi prenatale in modo da analizzare il corredo cromosomico del bambino al fine di riscontrare delle anomalie o diagnosticare la normalità.

Translucenza nucale cos’è e quando farla

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Abbiamo già parlato approfonditamente della gravidanza mese per mese, dai primi tre fino all’ultimo trimestre, parlando dei cambiamenti nel corpo della donna e della crescita del bambino e arrivando fino a spiegare dettagliatamente cosa avviene durante le fasi del parto.
Oggi però vogliamo parlare di un esame molto importante che va effettuato nei primi tre mesi dal concepimento e serve per conoscere possibili malformazioni del feto.

Aborto volontario

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Abbiamo parlato di aborto spontaneo, aborto interno e aborto terapeutico che è suddiviso in due categorie, quello chirurgico e l’aborto farmacologico e oggi vogliamo parlare di aborto volontario.
Partendo dal presupposto che ogni individuo deve poter essere libero di decidere cosa fare della propria vita, per poi dover fare i conti solo ed esclusivamente con la propria coscienza e non con istituzioni o religione, una donna che vuole interrompere una gravidanza entro i primi tre mesi di gestazione, deve poterlo fare in tutta tranquillità e serenità, accompagnata in questo doloroso cammino da medici competenti e figure psicologiche valide (che facciano dell’inutile terrorismo psicologico sulle donne che stanno attraversando un momento molto difficile della loro vita).

Aborto farmacologico

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A differenza della pillola di cinque giorni dopo e dell’aborto terapeutico per svuotamento, la pillola RU 486 permette di effettuare un aborto farmacologico fino al termine del secondo trimestre di gravidanza.
Ancora oggi l’uso della pillola abortiva RU 486 in Italia è vietata e l’unica pratica utilizzata nei consultori e negli ospedali è l’aborto chirurgico che prevede o l’aspirazione, in cui la cavità uterina viene svuotata tramite un piccolo aspiratore, o il raschiamento, che prevede la rimozione del feto tramite delle pinze inserite all’interno dell’utero, sotto anestesia totale.

Aborto terapeutico

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A differenza dell’aborto spontaneo e dell’aborto interno, l’aborto terapeutico è un’interruzione volontaria di gravidanza, provocata da alcuni trattamenti medici che hanno lo scopo principale di preservare la salute della madre o evitare lo sviluppo di un feto che ha malformazioni o gravi patologie non curabili.
L’aborto terapeutico può essere effettuato nei primi tre mesi di gravidanza ma, superato questo periodo, la legge permette una proroga di altri 180 giorni nel caso in cui sussista un grave pericolo di vita per la gestante e per il feto.

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