Sensibilità all’ansia e depressione

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La paura di essere colpiti dall’ansia può spingere le persone che si preoccupano eccessivamente a diventar depressi.
E’ questo il risultato di uno studio recentemente apparso sulla rivista Journal of Anxiety Disorders.
Secondo gli autori della ricerca, coloro che hanno paura di diventare ansiosi sono più facilmente preda di condizioni come la depressione, provocata appunto da un’eccessiva preoccupazione per la manifestazione di stati d’ansia.
I ricercatori, per giungere a queste conclusioni si sono basati sullo studio di una serie di questionari somministrati a 94 volontari di età media di 19 anni, che manifestavano un indice di sensibilità all’ansia (Anxiety Sensiblity) mediamente elevato.

Associazione tra il fumo in gravidanza e l’ADHD

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Le donne che fumano durante la gravidanza raddoppiano i fattori di rischio che il bambino possa in futuro sviluppare la sindrome da iperattività e mancanza di attenzione, ADHD.
L’affermazione proviene da una recente ricerca effettuata nel Cincinnati Children’s Hospital Medical Center. Secondo i ricercatori, l’esposizione prenatale al fumo di tabacco aumenta il rischio di ADHD di 2,4 volte.

Una variazione genetica tra i fattori di sviluppo del disturbo bipolare

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Una nuova ricerca suggerisce che l’orologio interno del corpo umano mal funzionante, potrebbe essere tra i fattori di sviluppo del disturbo bipolare nei bambini.
I risultati di questa ricerca, realizzata presso l’Indiana University School of Medicine e pubblicata su BMC Psychiatry riguardano l’esame del codice genetico di 152 bambini affetti da disturbo bipolare, comparato con il codice genetico di 140 bambini sani.

Micro scariche elettriche per combattere il bruxismo

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I pazienti che soffrono di bruxismo, il disturbo che fa digrignare i denti durante il sonno, potrebbero essere interessati alla sperimentazione di un nuovo dispositivo che riduce il fenomeno.

Si tratta di un apparecchio elettrico, sviluppato in Danimarca, ed attualmente in prova presso un’organizzazione privata di dentisti che ne stanno sperimentando l’efficacia.
Il dispositivo consiste di un piccolo un piccolo elettrodo che viene applicato sulla tempia, e che è in grado di rilevare il movimento dei muscoli facciali.

Fumare in gravidanza associato a disturbi comportamentali nel bambino

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Un recente studio di ricercatori americani e britannici ha rilevato una forte percentuale di bambini con problemi comportamentali tra le donne che fumano durante la gravidanza.
La ricerca, sviluppata tra diverse università britanniche e statunitensi e pubblicata sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health, è il frutto dell’esame di una grande mole di dati, un campione di 14.000 coppie di madri e bambini nati tra il 2000 ed il 2001 in Inghilterra.
Le madri fumatrici sono state raggruppate in due gruppi, classificate in fumatrici leggere o forti fumatrici a secondo del numero di sigarette fumate durante il giorno nel periodo della gravidanza.

Dipendenza da Internet

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Se l’uso di Internet è diventato ormai comune tra le nuove generazioni, in molti cominciano ad osservare con crescente preoccupazione l’insorgere di una forma di dipendenza da Internet che potrebbe su un medio lungo termine arrivare a definire un vero e proprio disturbo.
La maggior parte delle persone sono in grado di integrare il tempo trascorso on-line nella loro vita in maniera sana ed equilibrata, qualcuno è invece a rischio di sviluppare una forte dipendenza che spesso si manifesta con l’aumento eccessivo del tempo trascorso online e che va a sostituirsi o sovrapporsi agli impegni lavorativi e scolastici, ed alle relazioni con amici e famigliari.

Spazi verdi e benefici per la salute: nuovo studio

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Vivere accanto ad ampi spazi verdi ha effetti benefici per la salute. Sembra un fatto scontato, ma la recente ricerca pubblicata su Journal of Epidemiology and Community Health ha verificato tale affermazione attraverso un accurato studio scientifico, che ha rilevato come ciò sia particolarmente vero per quanto riguarda l’incidenza di malattie mentali.
Lo studio riporta i dati raccolti da ricercatori del VU University Medical Center di Amsterdam, che ha analizzato un campione di 350.000 persone grazie ai dati forniti da 195 medici di famiglia.
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