Utilità dello screening per il tumore al seno

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Lo screening dei tumori al seno fa più bene che male secondo un recente studio realizzato tra Regno Unito e Svezia su un campione di 80.000 donne.
Una ricerca resa necessaria dal recente dibattito sulle possibili conseguenze di uno screening massiccio della popolazione che da un lato è un ottimo fattore di prevenzione, dall’altro può provocare, secondo alcuni esperti, un eccesso di diagnosi di tumore anche non invasivo o pericoloso, che può creare da un lato ansia eccessiva nelle donne sottoposte alla mammografia, e dall’altra interventi chirurgici talvolta non necessari.

Farmaci contro l’ipertensione efficaci contro il tumore al seno

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I farmaci per mantenere normale la pressione sanguigna sono in grado di ridurre la possibilità che il tumore al seno si diffonda attraverso metastasi in altre parti del corpo. Una teoria recentemente verificata in una ricerca realizzata da scienziati tedeschi e britannici e presentata in occasione dell’European Breast Cancer Conference di Barcellona.
I processi biologici che innescano metastasi non sono ancora pienamente compresi, anche se si sospetta che gli ormoni, in particolare gli ormoni dello stress, giochino un ruolo di notevole importanza nella vitalità delle cellule tumorali e di conseguenza nella loro capacità di diffondersi.

Cocktail chimico per ridurre i polipi nel colon

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Un cocktail chimico potrebbe essere in grado di distruggere le formazioni tumorali nel colon, che, sebbene benigne, possono trasformarsi in determinate condizioni in tumori maligni.
I polipi intestinali solitamente non sono maligni, ma resta forte il rischio che lo possano diventare. Ecco perchè i pazienti che presentano queste formazioni sono sottoposti ad intervento chirurgico per la loro rimozione e devono in seguito essere sottoposti a rigorosi controlli periodici.
La rivista Nature riporta lo studio di un team di scienziati americani dell’Università del Texas ha recentemente testato un cocktail di farmaci che potrebbe impedirne non solo la crescita ma anche contribuire a farli scomparire.

Infertilità fattore di rischio per il tumore alla prostata

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Un nuovo studio suggerisce che l’infertilità maschile può essere un segnale di rischio più elevato di cancro alla prostata aggressivo.
I risultati, pubblicati sulla rivista Cancer, si aggiungono a quelli di precedenti studi e ricerche che identificano nell’infertilità un importante fattore di rischio per problemi alla salute, e ribadiscono come gli uomini con questa specifica condizione dovrebbero esser strettamente monitorati, soprattutto in età adulta avanzata.
La ricerca ha monitorato 22.562 uomini in cura per problemi di infertilità tra il 1967 ed il 1998. Utilizzando modelli matematici i ricercatori dell’Università della California a San Diego hanno verificato che gli uomini con diagnosi di infertilità risultano avere una probabilità tre volte superiore di sviluppare il tumore alla prostata aggressivo, rispetto alla popolazione maschile in media.

Genetica la causa dei tumore ai polmoni tra i non fumatori?

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Una variante genetica potrebbe contribuire a spiegare perché alcuni non fumatori sviluppano il tumore ai polmoni. E’ quanto affermano in un recente studio alcuni ricercatori americani, che hanno recentemente individuato, nel funzionamento del gene GCP5 un evidente predittore di tumore nei non fumatori.
Secondo una relazione apparsa sulla rivista The Lancet Oncology, un quarto dei casi di tumore al polmone al mondo si verifica su persone che non hanno mai fumato.
Un problema di crescente evidenza per il quale sono ancora sconosciute le cause.

Legame tra calvizie precoce e tumore alla prostata?

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Esiste un legame tra la calvizie precoce e la riduzione del rischio di tumore alla prostata? Sì, secondo un recente studio realizzato da ricercatori della Scuola di Medicina presso l’Università di Washington.
La ricerca, su un campione di 2000 uomini di età compresa tra i 40 ed i 47 anni e pubblicata sulla rivista medica Cancer Epidemiology, è riuscita a trovare un collegamento evidente tra alti livelli di testosterone, un ormone maschile, ed un ridotto rischio di tumori.
I ricercatori hanno diviso i pazienti, la metà dei quali soffrivano di tumore alla prostata, in due gruppi, a seconda che presentassero o meno segni di perdita di capelli e calvizie.
Gli uomini che già a 30 anni avevano iniziato a sviluppare un segno di calvizie e presentavano i segni più evidenti di caduta dei capelli risultavano avere un rischio di tumore alla prostata ridotto del 29-45%.

L’aglio protegge dai tumori

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L’aglio è sempre stato considerato un alimento ricco di proprietà curative e terapeutiche, e un recente studio non fa che confermarlo, evidenziando come chi mangia aglio riduce alcuni processi chimici che possono portare alla formazione di tumori.
Lo hanno determinato alcuni ricercatori di scienze nutrizionali dell’Università dell’Ohio, che hanno elaborato un nuovo test delle urine in grado di evidenziare la presenza nell’organismo di un processo di trasformazione chimica, denominato nitrosazione.
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