La pillola anticoncezionale a lungo termine non aumenta il rischio di disturbi

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Un recente studio su lungo periodo ha accertato che le donne che prendono la pillola anticoncezionale hanno meno probabilità di morire di cancro e malattie cardiache.

Sono i risultati di una delle più grandi ricerche compiute al mondo sugli effetti a lungo termine sugli effetti della pillola, il Royal College of GPs Oral Contraception Study, che i ricercatori dell’Università di Aberdeen hanno seguito per più di 40 anni su un campione di più di 46.000 donne.

Una caratteristica genetica espone al rischio di tumore ai polmoni

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Un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Univerità di Cincinnati negli Stati Uniti ha dimostrato che le persone con una particolare caratteristica genetica hanno un rischio più elevato di sviluppare il tumore ai polmoni anche se solamente esposti al fumo passivo.
Questa variante genetica, secondo gli studiosi, che hanno coinvolto nello studio un campione molto ampio di popolazione, è un fattore di rischio in ogni caso, sia che si tratti di un fumatore accanito sia che si tratti di un fumatore moderato.

Alti livelli di un ormone legati alle morti per tumore

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Elevati livelli di un ormone chiamato fattore di crescita insulina-simile (IGF-1), sono stati recentemente associati, da uno studio condotto da ricercatori dell’Università della California ad un aumento del rischio di decessi per tumore.
I risultati, pubblicati nel numero di marzo della rivista Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, suggeriscono che l’IGF-1 potrebbe rivelarsi un utile marcatore per predire il rischio di tumori.
Questo componente, che ha una struttura simile a quella dell’insulina, è regolato da un ormone, denominato ormone della crescita, e viene prodotto nel fegato. Con l’aumento dell’età esso si presenta in quantità sempre più ridotta, tanto da far pensare che la sua riduzione sia legata all’invecchiamento del corpo.

Fornello a gas, potenziali sostanze cancerogene?

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Ricercatori norvegesi hanno scoperto che la cottura a gas produce fumi potenzialmente più dannosi di quelli emessi dalla cottura elettrica. Anche se, come puntualizzano a conclusione dello studio pubblicato su Occupational and Environmental Medicine, solo i cuochi professionali e chi lavora in cucina potrebbero essere esposti in maniera sensibile.

Nella cucina domestica il rischio è invece molto basso, sostiene l’autrice dello studio, Ann Kristin Sjaastad, impiegata presso la divisione ambiente e sicurezza della Norwegian University of Science and Technology di Trondheim. Ed anche per gli chef professionali il rischio non è per il momento ancora quantificabile.
I fumi della cottura, ed anche le emissioni di sostanze cancerogene nell’ambiente nelle diverse modalità di cottura sono da tempo al centro di ricerche sul loro potenziale cancerogeno.

Test del sangue per individuare marcatori genetici del tumore

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Una delle problematiche più comuni nell’individuazione di un tumore, ed in seguito del suo monitoraggio, è sempre stata quella di identificare un sistema di test e di analisi a basso costo ed efficaci, che potessero rendere rapidi ed affidabili diagnosi e monitoraggio dell’andamento del tumore.
Un handicap fino ad oggi superato con le scansioni TAC, che però hanno il difetto di poter individuare l’eventuale formazione tumorale solo quando essa raggiunge una certa dimensione, al di sotto della quale invece non è visibile. E questo è pregiudiziale per intervenire precocemente e quindi con maggior efficacia contro il tumore nello stadio iniziale della sua formazione ed anche in seguito per scoprire se esso si sia ulteriormente diffuso o se sia invece in regressione.

Aspirina riduce rischio di tumore al seno

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L’aspirina ha un effetto protettivo che riduce la probabilità ed il rischio di contrarre il tumore al seno. Questo è quanto risulta da uno studio condotto da ricercatori della Harvard Medical School e pubblicato di recente sulla rivista Journal of Clinical Oncology.
La ricerca si è svolta analizzando i dati forniti da uno studio di grandi dimensioni che dal 1976 segue 4000 infermiere statunitensi, il Nurses’ Health Study,
Da quell’anno, e fino al 2006 le infermiere sono state monitorate su diversi aspetti della salute, compresi anche i rischi e l’incidenza dei tumori al seno.

Legame tra povertà e tumori al seno

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Le donne che vivono in situazione di povertà hanno un maggior rischio di contrarre un tumore al seno, e la spiegazione di ciò potrebbe derivare da cause genetiche.
Lo rivela un recente studio di ricercatori statunitensi dell’Università di Dundee, che hanno concluso da poco tempo una sperimentazione compiuta su campioni di tessuto tumorale di 246 donne.

I campioni congelati provenivano da donne sottoposte a trattamenti contro il tumore al seno tra il 1997 ed il 2001.
I ricercatori hanno in particolare puntato l’attenzione sullo “stato di salute” di un particolare gene, denominato p53.

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