Tè verde previene il tumore al polmone

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Per migliaia di anni, in Cina, Giappone, India e Thailandia, il tè verde ha costituito un vero e proprio toccasana, utilizzato nell’alimentazione ed anche per le sue proprietà curative, al punto che un vecchio proverbio cinese afferma che è meglio restare tre giorni senza cibo che uno solo senza tè.
Sia in Asia che in Occidente tale antica usanza è quindi stata sottoposta a studi e ricerche per verificare se effettivamente il tè verde costituisse un alimento naturale dall’alto valore di prevenzione per alcuni disturbi e malattie.
Recenti studi hanno così verificato che esso risulta particolarmente utile nel prevenire il colesterolo alto, le malattie cardiache, l’artrite reumatoide, disturbi al sistema immunitario ed al fegato.
Un recente studio, condotto da ricercatori della Chung Shan Medical University di Taiwan hanno verificato che tale effetto di prevenzione del tè verde risulta particolarmente significativo anche nel caso dei tumori al polmone.

“Fumo di terza mano”: nocivo alla pari del fumo passivo

Eravamo abituati a sapere che non solo fumare provoca gravi problemi alla salute, ma che anche il fumo passivo è responsabile, quasi in egual misura, di notevoli danni alla salute.

Ricercatori statunitensi hanno da poco individuato che esiste anche una terza forma di esposizione al fumo, che hanno denominato “third-hand smoke”. Per spiegare di cosa si tratta si può far riferimento a quel che rimane in un ambiente dopo che per qualche tempo ha ospitato un fumatore. Il tipico odore, per esempio, che si sente in casa o nelle automobili di fumatori accaniti. Secondo l’American Cancer Society, il “fumo di terza mano” è un termine che identifica i residui tossici che restano nell’aria e che si posano sulle superfici una volta che sono spariti i segni evidenti del fumo.
Gli stessi odori dunque che sentiamo in una stanza dove si è fumato rivelano la presenza di sostanze, disperse nell’ambiente e derivate dall’uso del tabacco. Tali sostanze potrebbero miscelarsi con altre presenti nell’ambiente creando nuovi composti tossici per la salute.

40% dei tumori potrebbero essere prevenuti

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Circa il 40% dei tumori potrebbero essere prevenuti se si smettesse di fumare, di mangiare troppo, di ridurre l’assunzione di alcoolici, facendo regolarmente attività fisiche ed utilizzando i vaccini che riducono il rischio di infezioni cancerogene.
E’ questo il rapporto fornito dall’International Union Against Cancer rivolto ai governi ed all’opinione pubblica in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro appena trascorsa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cancro è responsabile di un decesso su otto nel mondo, cifre superiori a quelle provocate da malattie come la malaria, l’AIDS e la tubercolosi messe insieme, e, se non avverranno cambiamenti radicali, nel 2030 il tetto di decessi annui potrebbe salire dai 7,6 milioni di decessi attuali fino ai 17 milioni.

Proteggersi dal sole in inverno

sciatore

L’inverno è per tanti il momento di metter via costumi da bagno, sandali e creme solari. Se per i primi due è sicuramente un fatto scontato, per le creme solari invece recenti ricerche consigliano di non smettere il loro uso durante la stagione invernale.

HealthFinder
ha raccolto il parere di alcuni dermatologi americani al riguardo, i quali indistintamente raccomandano l’utilizzo di creme solari anche durante l’inverno, perchè, nonostante il freddo renda più lieve l’effetto dei raggi solari, questi ci sono e sono altrettanto nocivi per la pelle che durante la stagione estiva.
Secondo Arielle Kauvar, professore associato di dermatologia presso la New York University School of Medicine e portavoce della Skin Cancer Foundation, solo il 20% della popolazione si protegge dai raggi solari durante la stagione fredda.

Serie di sintomi per predire il tumore alle ovaie

dottoressa

Ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle hanno verificato che le donne che hanno un tumore alle ovaie sono più di frequente colpite da una serie di sintomi, tra i quali dolore addominale, gonfiore, pesantezza dopo aver mangiato ed urgenza nell’urinare. Soprattutto se questi sintomi occorrono in maniera repentina ed improvvisa.
I ricercatori hanno rilevato che nella popolazione generale, su 100 donne che presentano questi sintomi, ad una sola viene diagnosticato un carcinoma ovarico.
Lo studio, che appare sulla rivista Journal of National Cancer Institute, ha coinvolto un campione di 812 donne, dai 35 anni ai 74 anni di età, cui era stato diagnosticato il tumore ovarico epiteliale, il tipo più comune di cancro alle ovaie, le cui risposte ai questionari sono state messe a confronto con quelle fornite da 1313 donne sane.

Aree genetiche rivelano il rischio di tumore al pancreas

genoma

Ricercatori del National Cancer Institute statunitense hanno identificato quattro regioni del genoma umano che possono predire un rischio maggiore di tumore al pancreas, grazie ad una ricerca della relazione tra mutazioni del genoma ed insorgenza della malattia che gli studiosi definiscono come la più ampia ed approfondita che sia mai stata eseguita.

I ricercatori stessi tuttavia ci tengono a sottolineare che, sebbene le quattro regioni del genoma possano in effetti predire il tumore al pancreas, uno dei più gravi e con un tasso di mortalità notevole (solo l’1% dei malati sopravvive a cinque anni dopo la diagnosi), non è detto che chi presenta la variazione genetica sviluppi per forza il tumore.

Smettere di fumare e probabilità di sopravvivenza con tumore diagnosticato precocemente

fumatore

Smettere di fumare dopo la diagnosi di tumore al polmone, se questo è in fase iniziale, può raddoppiare le probabilità che il paziente viva ancora almeno cinque anni.
Secondo Norman Edelman, responsabile medico dell’associazione statunitense American Lung Association, i dati sono molto interessanti e significativi. E del tutto inaspettati nella loro ampiezza.

I tumori al polmone scoperti in fase iniziale possono avere un tasso di guarigione compreso tra il 50 ed il 60%, il problema è che non oltre il 20% delle volte questo viene diagnosticato allo stadio precoce.

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