
Questi i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University, pubblicato questo mese in International Journal of Cancer.
Le tipologie di tumore al seno sono essenzialmente due, i tumori invasivi, che cioè si diffondono oltre il punto da cui si formano e quelli non invasivi che invece restano stabili nel luogo in cui si sono formati, ma che, se non curati, possono a loro volta diffondersi.
Un elenco di precauzioni e di attenzioni è facilmente reperibile in ogni rivista medica specializzata o meno, anche online, e riguarda soprattutto il grande pericolo che chi si espone per troppo tempo e nelle ore più calde ai raggi del sole aumenta i fattori di rischio di contrarre tumori alla pelle.
Soprattutto nel periodo estivo le persone si sottopongono infatti all’intensa luce del sole molto più a lungo che in passato, e senza le dovute protezioni, sia in termini di abbigliamento che di creme solari protettive, e per questo motivo aumenta il rischio di essere colpiti dal cancro alla pelle.
Ciò è dovuto ad una serie di fattori che sono sia ambientali che comportamentali.
Tra i fattori ambientali sicuramente la riduzione della barriera di ozono che un tempo filtrava con maggior efficacia i raggi ultravioletti, mentre oggi, soprattutto a causa delle emissioni e degli agenti chimici rilasciati nell’atmosfera la cappa protettiva di ozono si sta rapidamente riducendo, e quindi l’esposizione ai raggi solari oggi è più pericolosa che in passato.
L’esperimento è stato condotto da un equipe medica guidata da Jason Sheehan, della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia, assistito da uno studente laureato in Ingegneria e Scienze Applicate e da un ingegnere biomedico, per verificare l’efficacia di una cura del tumore attraverso l’uso di nanoparticelle a rilascio controllato e degli ultrasuoni.