Correzione delle orecchie a sventola con l’otoplastica

orecchie a sventolaIn Italia non è molto praticata (corrisponde a poco più del 5% del totale degli interventi di chirurgia plastica estetica eseguiti nel 2012, ma è in continua ascesa), ma l’otoplastica rappresenta l’intervento di chirurgia estetica necessario per poter correggere quelle che vengono generalmente chiamate come orecchie a sventola. 

 

Le cosiddette orecchie a sventola possono essere infatti causa di imbarazzo e di vergogna, fra i bambini e gli adulti: se arriva a creare un vero e proprio disagio psicologico è possibile optare per la soluzione del problema.

L’otoplastica è l’intervento di chirurgia estetica più diffuso che corregge le orecchie a sventola andando a rimodellare i padiglioni e andandoli a riposizionare vicino al capo eliminando l’effetto antiestetico. In pratica il chirurgo va ad eliminare la cute e la cartilagine in eccesso e favorire il riposizionamento delle orecchie.

L’intervento viene praticato in regime di day hospital: dopo l’intervento vengono applicati dei punti di sutura e il paziente dovrà indossare una benda elastica per un mese per evitare che i punti saltino e per far sì che le orecchie aderiscano bene al cranio.

I rischi legati all’intervento di otoplastica sono piuttosto contenuti: dopo l’intervento possono però presentarsi gonfiore ed ecchimosi, motivo per cui è necessario tenere la testa sollevata per le 48 ore successive all’intervento.

Esistono però anche delle soluzioni alternative al bisturi: parliamo della tecnica laser che presenta minori effetti collaterali e garantisce una ripresa post operatoria decisamente indolore e rapida. In ogni caso l’otoplastica può essere effettuata su bambini a partire dai 6 anni su. I costi?

I costi tendono a variare in base alla struttura presso cui ci si rivolge: generalmente è sufficiente il day hospital (con anestesia locale), ma è anche vero che potrebbe essere necessario il ricovero post operatorio proprio in base alla complessità dell’intervento.

Il costo va da un minimo di 1800 euro (per un disturbo lieve) a una cifra di 4000 euro per i casi più complessi. 

 

Foto Thinkstock

 

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