Individuato il meccanismo di prevenzione del caffè decaffeinato nei confronti del diabete mellito di tipo 2.
Eppure, nonostante gli innumerevoli vantaggi medico-clinici attribuibili ad una delle bevande italiane più famose del mondo, l’utilizzo in dosi massicce del caffè, quale integratore alimentare, sarebbe stato sino ad oggi vivamente sconsigliato.
► DIMOSTRATA LA CORRELAZIONE TRA QUALITA’ DEL SONNO ED INSORGENZA DEL DIABETE
Il vero problema di un simile trattamento, come universalmente noto, era rappresentato dalla caffeina, sostanza in grado di provocare, se consumata con eccessiva regolarità, svariati e severi effetti collaterali quali l’aumento del colesterolo nel sangue e della pressione sanguigna nonché delle possibilità di morte prematura a causa di svariate patologie cardiache o ischemiche.
► PREVENIRE IL DIABETE GRAZIE AL CONSUMO REGOLARE DI CAFFE’
La soluzione, stando a quanto dichiarato nel corso della dal medico italiano titolare delle cattedre di Neurologia e Psichiatria della Mount Sinai School of Medicine di New York Giulio Maria Pasinetti alla rivista scientifica di settore Nutritional Neuroscience, sarebbe stata individuata nel caffè decaffeinato che, negli esperimenti sui modelli murini condotti presso la prestigiosa università newyorchese, avrebbe rivelato di possedere le medesime proprietà del caffè non decaffeinato.
► PREVENIRE IL DIABETE CON L’ESERCIZIO FISICO
In particolare, secondo gli studi condotti sull’argomento, il caffè, decaffeinato o meno che sia, migliorerebbe il metabolismo energetico cerebrale, favorendo di conseguenza, pur in presenza di diabete mellito di tipo 2 nell’organismo, una più efficacie sintesi del glucosio, zucchero fondamentale al funzionamento della memoria.