Prima di diventare anziani il grasso in eccesso è un fattore di rischio di malattie e mortalità, ma invece, nelle persone anziane, qualche chilo di troppo potrebbe addirittura avere l'effetto opposto.
E’ quanto affermano in uno studio pubblicato su Journal of the American Geriatrics Society ricercatori canadesi dell’Università di Toronto, che hanno analizzato una corposa mole di dati forniti da un’importante ricerca medico-statistica, la National Health and Nutrition Examination Survey. Condotta tra il 1988 e il 1994 la ricerca ha raccolto una serie di dati significativi come l’indice di mass corporea, la circonferenza della vita e dei fianchi, ed altri indicatori del grasso corporeo di un campione di 4437 uomini e 5166 donne.
Nel complesso, 1,116 delle persone comprese nella ricerca avevano un’età compresa tra 65 e 75 anni, mentre 1200 erano di età superiore ai 75 anni.
Su una media di 8 anni, 1,466 partecipanti allo studio sono deceduti, e prevedibilmente, il tasso minore di decessi si è verificato tra i partecipanti di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, con percentuali del 4% tra gli uomini e del 3,5% tra le donne. In questo gruppo di persone il rischio di mortalità risultava sensibilmente superiore negli uomini obesi e nelle donne sovrappeso ed obese.
Al contrario, nel gruppo dei più anziani, erano invece quelli sottopeso ad essere associati ad una maggior mortalità al contrario di quelli sovrappeso: il rischio di mortalità aumentava di un fattore pari a 1,6 nelle donne e di quasi 3 negli uomini.
Da questi dati risulta, secondo i ricercatori, che se per i giovani e gli adulti il peso in eccesso è sicuramente un fattore di rischio da tenere in considerazione, una volta superata la soglia dei 75 anni questo non è più vero, il che suggerisce che interventi per ridurre il peso corporeo a quell’età potrebbero non essere così efficaci ed utili.
Commentando i risultati della ricerca gli autori ritengono che il grasso corporeo in più negli anziani potrebbe costituire in effetti una riserva di energia che potrebbe aiutare l’individuo a sopravvivere a disturbi e malattie croniche.
Fonte ReutersHealth