Uno studio recente ha dimostrato che la terapia farmaceutica migliore per smettere di fumare consiste di bupropione e pastiglie di nicotina.
Ed in questo caso uno studio recente ha dimostrato che la terapia farmaceutica migliore è stata una combinazione di farmaci, che comprende bupropione, un antidepressivo ampiamente utilizzato dalla fine degli anni ’90 sia per il trattamento della depressione sia come antagonista della nicotina, e pastiglie di nicotina.
I ricercatori della School of Medicine and Public Health in Madison nel Wisconsin, hanno valutato l’efficacia di diversi trattamenti per smettere di fumare su un campione di 1346 pazienti che fumavano almeno 10 sigarette al giorno, il 19% delle persone che erano state contattate per verificare se avessero l’intenzione di smettere di fumare (7,28 sono state le persone contattate).
Lo studio è stato pubblicato su Archives of Internal Medicine.
Cinque terapie differenti sono state allora messe in campo: un cerotto alla nicotina, una pastiglia di nicotina, somministrazione di bupropione, e trattamenti combinati di cerotto alla nicotina e bupropione oppure pastiglie alla nicotina più bupropione.
Oltre alla terapia ai pazienti è stata fornita anche assistenza psicologica con consulenze via telefono.
Sei mesi dopo l’inizio del trattamento, i ricercatori hanno appurato che il 30% dei partecipanti allo studio sottoposti alla terapia combinata di bupropione e pasticche di nicotina erano riusciti a smettere di fumare e non avevano subito ricadute, in confronto al 17% di coloro che avevano assunto solo il bupropione il 20% di coloro che avevano utilizzato la pastiglia di nicotina, il 18% che aveva utilizzato il cerotto ed il 27% che aveva utilizzato il trattamento combinato cerotto più bupropione.
Dunque il trattamento migliore è apparso essere il primo, al quale si deve aggiungere l’osservazione che coloro che avevano, nell’arco del periodo di sperimentazione, utilizzato la consulenza telefonica per almeno 90 minuti risultavano essere nel 36% dei casi ancora liberi dal fumo, al contrario degli altri pazienti coinvolti nella ricerca, tra i quali solo il 20% risultavano essere ancora astinenti dal fumo alla fine del periodo di studio.
Fonte ReutersHealth