Il 38% del campione era passato a sigarette leggere, e tra questi, nel 26% dei casi la motivazione fornita era il sapore migliore di queste.
I ricercatori dell’Università di Pittsburgh autori della ricerca, hanno esaminato i risultati di un sondaggio condotto nel 2003 su 30,800 persone negli Stati Uniti fumatori nell’anno precedente.
Il 38% del campione era passato a sigarette leggere, e tra questi, nel 26% dei casi la motivazione fornita era il sapore migliore di queste.
Tra gli altri motivi del passaggio a sigarette light, nel 43% dei casi se ne citavano almeno altri tre, tra questi preponderante era la volontà espressa di voler smettere di fumare.
Nel 46 per cento dei casi però, coloro che erano passati a sigarette light non hanno smesso di fumare.
Questo, suggeriscono i ricercatori è dovuto alla convinzione di molti fumatori che la sigaretta light sia meno nociva per la salute rispetto a quella normale, e quindi che si incorra in meno rischi di disturbi e problemi legati al fumo.
Un altro aspetto che i ricercatori hanno preso in considerazione riguarda il fatto che chi passa alle light potrebbe già essere ad uno stadio elevato di dipendenza, e quindi meno capace di liberarsi dal vizio.
I ricercatori ed i medici hanno ribadito da sempre che i fumatori aspirano lo stesso livello di agenti cancerogeni sia che si tratti di sigarette normali che light, e molti studi precedenti hanno evidenziato come le sigarette “leggere” non riducono i rischi di malattie correlate al fumo e neanche le percentuali di decessi.