Fumare sigarette da molto giovani, più che i problemi comportamentali, potrebbero essere alla base del precoce consumo di marijuana tra gli adolescenti.
Lo ha constatato un recente studio realizzato da ricercatori olandesi su un campione di 1600 giovani, monitorati dall’età di 10 – 12 anni e, periodicamente in età superiore fino al compimento dei 18 anni.
I risultati hanno mostrato che l’associazione tra ciò che i ricercatori hanno definito con il termine “esternalizzazione di problemi comportamentali”, come problemi di condotta scolastica, deficit di attenzione ed iperattività, o anche la tendenza alla contrapposizione ed al conflitto non hanno sortito risultati coerenti rispetto all’uso della marijuana.
Al contrario gli stessi studiosi hanno verificato che gli adolescenti che hanno avuto contatti precoci con le sigarette sono risultati invece più inclini ad utilizzare la marijuana nel corso del loro sviluppo.
I risultati, pubblicati nel numero di gennaio del Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, vanno controcorrente rispetto all’opinione diffusa, anche in ambito scientifico, che i problemi comportamentali possono essere un indicatore valido per il consumo di marijuana tra i giovani.
L’esordio precoce al fumo, concludono i ricercatori, è un potente marcatore del futuro consumo di cannabis, indipendentemente da eventuali problemi comportamentali.
Anche se questi ultimi possono essere validi marcatori del futuro uso di sostanze stupefacenti, è il fumo di sigaretta ad essere il più evidente tra i predittori di rischio.