L’ultimo dato arriva dagli Stati Uniti, ma è certamente compatibili con cifre che riguardano tutti i Paesi industrializzati, Italia compresa: quasi 5 milioni di pazienti con diagnosi di ipertensione non assumono i famaci loro prescritti aumentando il rischio di un ictus o di un attacco di cuore.
Lo studio scientifico
Lo studio scientifico in questione ha analizzato i dati di circa 18,5 milioni di pazienti ipertesi nel 2014: ne è emerso come il 26% del campione saltasse con regolarità qualche dose prescritta o addirittura avesse sospeso la terapia. Si parla in tali casi di mancata aderenza alla terapia. Si tratta di un dato assolutamente allarmante spiegano gli esperti del CDC (Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie) statunitense in quanto in quanto tale dato si aggiunge a quelli precedenti noti in cui circa 1/4 dei pazienti non inizia neppure la terapia necessaria!Senza contare che molti non sanno di avere la pressione alta e dunque non ricevono prescrizioni di sorta.
Rischi della pressione alta: ictus e malattie cardiache
Un decesso su tre ogni anno negli USA è dovuto ad una malattia cardiaca o ad un ictus: per un totale di circa 800.000 persone e la colpa il più delle volte va ricercata nella pressione alta non controllata. Il 70/ degli adulti soffre di pressione alta (superiore a 140/90) e solo la metà di loro segue una terapia: i cambiamenti nello stile di vita che prevedono una dieta alimentare adeguata e dimagrante, sport ed abbandono del tabagismo sono fondamentali, ma spesso non bastano a portare e mantenere la presione sanguigna ai giusti livelli non pericolosi. I farmaci in questi casi andrebbero considerati come “salvavita”. Non assumerli o assumerli una volta ogni tanto induce a sbalzi pressori che possono comportare un ictus, un’emorragia cerebrale, o la forza che il sangue imprime sulle pareti dei vasi può provocare altri disturbi come un aneurisma (che può essere asintomatico e fatale alla sua rottura), insufficienza valvolare o cardiaca, arresto cardiaco. Sul lungo termine inoltre l’ipertensione è associata anche a demenza e declino mentale.
I diuretici, i più abbandonati
Tra i vari farmaci per contrastare la pressione alta ci sono anche i diuretici che secondo questa indagine sarebbero i più “abbandonati”, forse perché sollecitando la diuresi in qualche modo si ritiene siano complicati da gestire quotidianamente: è importante valutare con il medico il rischio-beneficio di queste situazioni ed eventualmente con lui ricalcorare orari e dosi di assunzione, ma mai va sospesa la terapia se prescritta.
Un altro dato emerso è che a sospendere la terapia sono maggiormente le classi sociali meno agiate: non hanno un’adeguata informazione sui rischi e manifestano difficoltà economiche circa l’acquisto di suddetti farmaci. Da qui la proposta degli addetti al settore di ridurre i costi, attivare campagne informative mirate ed eseguire, anche tra i medici di base maggiori controlli della pressione e check-up più ravvicinati in caso di diagnosi di ipertensione.
Il rischio più grande deriva comunque dall’inconsapevolezza: ciò che non ci provoca un sintomo diretto solitamente viene trascurato. E’ un errore grandissimo: la prevenzione e la diagnosi precoce, in caso di pressione alta (come per altre malattie) è fondamentale per salvarsi la vita, esattamente come assumere i correlati farmaci se necessario.
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