L’ipertensione e lo scompenso cardiaco richiedono una attenzione medica particolare e non solo per via del tipo di patologia delicata. Negli ultimi anni, nel settore delle terapie cardiovascolari, molti medicinali sono diventati generici e il problema della sostituibilità dei farmaci nel paziente si è fatto presente ancora di più. Nonostante la loro validità e lo stesso principio attivo dei brand, il rischio è che abbiano differente utilità e modo di somministrazione. Questo perché pure in tale caso, in Italia c’è l’esenzione della dimostrazione di efficacia. E’ da sottolineare che funzionano sicuramente ma elementi come l’aspetto diverso esteticamente e una eventuale differente quantità da assumere generano confusione nel paziente. Gli studi in materia, poi, sono stati presentati quasi tutti su soggetti sani e, quindi, l’effetto dell’ipertensivo è chiaramente diverso tra un normoteso e chi ha scompensi all’area del cuore.
Non esistono insomma dati clinici importanti in materia ma sono molti gli esperti nel campo medico che parlano di equivalenza terapeutica, anche se il campione dei casi studiati è relativamente limitato. Qualcuno mette in dubbio la stessa efficacia nel tempo e, in più, i costi non sono significativamente limitati. Chi soffre di malattie cardiovascolari, del resto, è un paziente più delicato di altri sul quale non deve esistere margine di errore, ancor di più di quanto debba capitare in generale con chi è malato. Non bisogna inoltre dimenticare che ogni volta che la terapia viene cambiata aumentano i controlli chimici e laboratoristici. Se un iperteso sceglie da solo o su consiglio di un esperto di modificare la propria terapia si trova nella condizione di affrontare dei costi del venti per cento in più rispetto a chi segue sempre lo stesso percorso terapeutico.
Perché del resto si modifica un farmaco brand per uno generico? Appunto, per il prezzo che tende ad essere più basso ma le ragioni economiche, a fronte di diversa grandezza e quantità del prodotto, possono anche essere irrisorie e quindi non è sempre un fattore su cui fare affidamento.
Sull’argomento si è svolto di recente un convegno AUDITA proprio sulla gestione del malato con Ipertensione e Scompenso cardiaco. Il medesimo incontro sta riguardando ora città come Pescara, Trapani e Bolzano e comprende in particolare il perfezionamento dell’abilità diagnostica e il miglioramento della capacità di gestione delle principali problematiche correlate alla patologia croniche dell’apparato cardio-vascolare. I problemi tendono ad essere sempre quello della confusione tra farmaci brand e generici, nella differenza di confezioni, nel tipo di cura da affrontare. Su questi temi sono intervenuti numerosi relatori che hanno fatto chiarezza e sfatato alcuni tra i luoghi più comuni: il cardiologo Francesco Vittorio Costa, docente universitario; Gaetano Senatore, primario della cardiologia di Ivrea-Ciriè; Gianfranco Breccia, medico di famiglia e l’avvocato Andrea Castelnuovo, esperto in questioni sanitarie.