Anche dopo il riesame sulla sicurezza il nimesulide resta uno dei farmaci più diffusi in Italia: ecco i nuovi limiti sull’acquisto e la durata del trattamento
Il nimesulide è uno degli antinfiammatori della categoria Fans (gli antifiammatori non steroidei) più diffusi e utilizzati in Italia nonostante resti un farmaco molto chiacchierato.
L’Agenzia europea dei medicinali però ha rivisto le indicazioni sull’assunzione di nimesulide che non adesso non può essere più prescritto in modo in modo cronico, ma solo per il dolore acuto.
Senza dubbio le numerose segnalazioni di danni al fegato hanno contribuito a un calo decisivo della diffusione del nimesulide che viene soprattutto assunto come potente antidolorifico visto che è in grado di bloccare l’azione di un enzima che produce le prostaglandine sostanze che favoriscono la comparsa di fenomeni infiammatori.
Attenzione però perché il nimesulide presenta effetti collaterali con danni relativi anche allo stomaco e all’intestino: gastriti o difficoltà digestiva possono essere fra gli effetti più diffusi anche se il rischio maggiore resta quello di epatotossicità (danni al fegato) che si accentua proprio con l’abuso di nimesulide.
In molti paesi europei, come il Belgio, la Danimarca, la Finlandia, l’Irlanda, l’Olanda, la Spagna e la Svezia, il farmaco è stato ritirato dal mercato. In Germania, Inghilterra e Stati Uniti il farmaco ad esempio non è mai stato autorizzato, ma in Italia resta ancora in vendita. Anche dopo il riesame dell’Ema sembra che i benefici del nimesulide restino superiori rispetto ai rischi.
Non deve però essere usato cronicamente perché l’aumento prolungato può danneggiare seriamente il fegato, ma è indicato solo per trattamenti di breve durata per il dolore, ma che non deve superare i 15 giorni (con somministrazione prevista di due volte al giorno). Dopo la revisione della Commissione Europea, l’Aifa, l’agenzia del farmaco ha però provveduto a modificare le modalità di prescrizione del farmaco.
CLASSIFICAZIONE ANTINFIAMMATORI
Adesso il nimesulide è acquistabile solo dietro prescrizione medica, con ricetta non ripetibile e può essere rimborsato dal Ssn per il trattamento di breve durata del dolore acuto associato a quattro malattie precise (osteoartrosi in fase antinfiammatoria, dolore legato a forme tumorali, artropatie del connettivo o attacchi acuti di gotta) per i quali prima veniva prescritto come trattamento prolungato.
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