
Uno studio clinico su più di 1200 pazienti, ha così dimostrato che il farmaco è in grado di ridurre le espressioni sintomatiche del male, come la diarrea, il dolore ed il gonfiore all’addome, e che tale trattamento ha inoltre la capacità di perdurare nella sua efficacia per circa 10 settimane.
Studi precedenti, eseguiti con l’uso di altri antibiotici avevano avuto esiti scarsi e deludenti, sia nel contrastare i sintomi della sindrome, sia nella durata.
La scoperta che gli antibiotici possono aiutare a combattere la sindrome dell’intestino irritabile risale a circa una decina di anni fa, quando la stessa equipe medica di questa ricerca, aveva studiato l’alito di alcuni pazienti affetti dal male, concludendo che i disturbi più evidenti provenivano dal fatto che l’intestino era invaso dai batteri.
L’eccesso di batteri provocava lo sviluppo di una grande quantità di idrogeno, e metano, sviluppati da processi di fermentazione.
Dopo questa scoperta, altri studi avevano dimostrato che gli antibiotici potevano contribuire a ridurre la presenza batterica in eccesso, ed il rifaximin è stato scelto nella sperimentazione perchè non essendo in grado di attraversare le pareti dell’intestino non arrecava danni o effetti collaterali in altre aree dell’organismo.
Alla metà dei pazienti compresi nello studio è stata somministrato, per due settimane, il farmaco vero, mentre all’altra metà una pastiglia placebo.
Il farmaco si è dunque dimostrato efficace nel ridurre gonfiore e dolori ed anche la diarrea.