Mal di stomaco, dolori addominali, diarrea e nausea sono sintomi tanto comuni quanto diversificati: possono cioè essere sinonimi di numerose patologie che vanno dal’intossicazione alimentare all’infezione gastrointestinale. Di frequente però possono essere sinonimi di colite, un’infiammazione del colon (intestino crasso) che a sua volta può avere diverse cause (autoimmune, nervosismo, scarso afflusso di sangue, infezione). In tal caso si possono abbinare altri segnali specifici come il vomito, sangue nelle feci e febbre. Ecco 8 cose importanti da sapere per riconoscere ed affrontare la colite.
1. Colite, cure
Sia la colite che altre malattie infiammatorie intestinali come la malattia di Crohn sono condizioni croniche che possono durare da anni a decenni. Non esiste una cura definitiva nota per la colite, quindi, l’obiettivo del trattamento è quello di mantenere la condizione in remissione, ovvero sotto controllo cercando di prevenire “attacchi” ed evitando quindi peggioramenti. Oltre ad un cambiamento nello stile di vita e nella dieta- elementi necessari per la gestione di questa patologia nei suoi vari aspetti- la colite puà essere trattata con farmaci antibiotici, anti infiammatori, o altri e in alcuni casi, la chirurgia. Un’adeguata idratazione è un elemento altrettanto importante. Tutte le cure vanno stabilite dal medico gastroenterologo in base al tipo di colite (e dunque alle cause) e ai sintomi
2. Ci sono diversi tipi di colite
Non esiste un solo tipo di colite. C’è ad esempio la colite infettiva che è essenzialmente dovuta all’ingestione di alimenti portatori di batteri; la colite ischemica che si ha quando il colon perde il suo normale apporto di sangue e si infiamma (tra le cause il diabete, la pressione alta e il fumo); la colite ulcerosa che si ritiene sia provocata dall’iperiattività del sistema immunitario contro questa parte dell’intestino e che si caratterizza con forti dolori addominali e diarrea con sangue (sangue che deriva dalle ulcere sulla parete del colon).
3. La Colite ulcerosa colpisce uomini e donne in egual misura
Di solito inizia a manifestarsi nell’adolescenza (ma può essere presente anche nell’infanzia). La fascia d’età media di insorgenza è piuttosto vasta e va dai 15 ai 40 anni. E’ più diffusa nei paesi Occidentali
4.Colite, come si fa la diagnosi
Oltre ad un esame fisico e all’anamnesi familiare il medico potrà richiedere una serie di test a seconda dei sintomi, che andranno da un esame completo delle feci ad indagini più invasive come la colonscopia con biopsia o il clisma opaco.
5. Colite e dieta
Molti pazienti con colite sono in grado di ridurre al minimo i loro sintomi, evitando certi alimenti come bibite, alcol e caffeina, e limitandone altri, come i cibi piccanti, ad alto contenuto di grassi o i latticini. Per taluni basta questa dieta per stare bene, per altri no, ma una siffatta alimentazione è sembre opportuna per non innescare stati peggiori.
6. La colite non è contagiosa
Anche se può essere scatenata da un’infezione -che è contagiosa- la colite non si trasmette da persona a persona
7. E’ ereditaria
La colite ha una base ereditaria, ovvero è più probabile soffrirne se si ha un familiare con questo disturbo. In particolare per ciò che riguarda la colite ulcerosa, il 25% circa di persone che ne soffrono ha un parente di primo grado con la medesima malattia.
8. Rischi e complicanze
Le complicazioni sul lungo termine di una colite non trattata possono riguardare anche altre parti del corpo. Circa il 10% dei pazienti sviluppa artrite e mal di schiena. La colite può anche causare l’infiammazione delle articolazioni, della pelle, degli occhi e del fegato.
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