La fecondazione in vitro o FIVET è una tecnica di fecondazione molto comune che permette di fecondare l'ovulo in una provetta.
Questa tecnica fu inventata da Robert Edwards ( che ha appena vinto il Nobel per la medicina ) assieme al ginecologo Patrick Steptoe e nel 1978 nacque la prima bambina in provetta , Louise Brown.
La procedura della FIVET è la seguente: vengono iniettati alla donna dei farmaci che hanno lo scopo di creare più ovuli per poter poi prelevare un maggior numero di ovociti che una volta maturati vengono estratti dall’ utero e messi in un apposito recipiente assieme ai gameti maschili e si aspetta che gli spermatozoi penetrino l’ ovocita.
Dopo 72 ore dalla formazione dell’embrione, questo viene messo all’ interno dell’utero per via vaginale con la speranza che si annidi nell’ endometrio e che quindi possa crescere.
Per poter far sì che la fecondazione abbia successo, vengono introdotti nell’ utero più embrioni per un massimo di tre, di modo che la percentuale di successo si alzi notevolmente; il rischio è che si verifichi un parto plurigemellare che potrebbe arrecare problemi sia durante la gravidanza che durante il parto.
Quindi verso l’ ottava settimana di gravidanza si inducono alla morte uno o più embrioni iniettando nel cuore di questi, attraverso la parete addominale, cloruro di potassio che provoca così un arresto cardiaco.
Questo dovrebbe provocarne l’ eliminazione e quindi la sopravvivenza e lo sviluppo di quelli rimasti ma può capitare che vi sia un’ interruzione di gravidanza che pregiudica la futura capacità di procreazione.
Ad oggi però non esistono ancora delle tecniche sviluppate per congelare e scongelare gli ovociti senza provocarne la morte o l’ infertilità, quindi vengono congelati soltanto gli embrioni che sono in più.